Il Contest letterario gratuito di prosa e poesia “geltOUb 2019” è promosso dall’Associazione culturale “Meris in Domu”, dal centro culturale “Nai“ e da “Paradigma Nouu – Il caso editore”
Se la comunicazione tra gli opposti è un’utopia, l’Autore in Evoluzione ha il dovere di tracciare la direzione per raggiungerla.
Il contest letterario geltOUb è arrivato alla sesta edizione grazie agli AUTORI IN EVOLUZIONE, ligi al diritto-dovere di comunicare la propria bellezza.
Ma cos’è geltOUb? Zose Paperi intervista Giuseppe Carta QUI
Regolamento:
1.Il tema è libero ma saranno particolarmente gradite le VISIONI, le VISUALI, le PROSPETTIVE costruttive e tutte le dinamiche che risuonano ritmi d’incontro e di accettazione.
Il Contest letterario è riservato ai maggiori di 16 anni ed è un Contest gratuito.
2. La sezione è UNICA (Canzoni-Short Story, Poesia e…) e dovrà essere scritta con massimo 30 strofe o 500 parole.
3. Si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo questo link: Contacaratteri
Le opere senza nome, cognome e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. NON si partecipa via email.
Spiegazioni dettagliate qui: Come si partecipa al Contest
4. Premio: A SCELTA:
- Pubblicazione cartacea di un testo di massimo 100 pagine by Paradigma Nouu, il CASO EDITORE
- N° 1 copia dell’Antologia di questo Contest, che sarà pubblicata da Il caso editore Paradigma NOUU
- Un fine settimana di soggiorno presso “Arte di Carta” in Sardegna a Sadali, il meraviglioso paese dell’acqua e di San Valentino!
Sarà premiato il primo classificato.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 17 Aprile 2019 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da tutti gli Autori partecipanti, che inviando la propria Opera, si aggiudicano il diritto di diventare Autori in Evoluzione e giurati del Contest. I giurati scelgono le 10 opere preferite in ordine di gradimento e alla fine del contest le potranno indicare in questo link: QUI.
Anche alla mail: giuseppecartablog@gmail.com. Non ci si può auto-votare.
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti ad un invio sollecito, senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione nel profilo facebookhttps://www.facebook.com/geltoub/ oppure via mail: giuseppecartablog@gmail.com indicando nell’oggetto “info contest” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando)
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove Opere partecipanti alla Gara Letteraria; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
12. Alla fine del Contest è prevista un ANTOLOGIA dal titolo “ geltOUbando 2019” Tutte le opere pervenute, che a Nostro insindacabile giudizio dovessero risultare meritevoli di pubblicazione, verranno inserite nell’Antologia, che sarà pubblicata da “PARADIGMA NOUU” Il caso editore.
Per partecipare al Contest geltOUB 2018 senza partecipare all’antologia, occorre darne comunicazione entro la scadenza del contest, fissata per il 17 Aprile 2019 (Siamo di maglia larga)
13. Diritti d’autore: Partecipando al concorso, gli autori concedono al blog il diritto di pubblicare la propria Opera all’interno di giuseppecartablog e dell’Antologia. Gli autori, continuano a tenerne la piena titolarità, senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore, concedendo il diritto in maniera non esclusiva.
Si ringrazia OUBLIETTE MAGAZINE
per il supporto organizzativo!
BUONA PARTECIPAZIONE E BUONA LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI !
Ordina geltOUb di Giuseppe Carta QUI
P.S.
Acquistare i libri di Giuseppe Carta e le antologie degli Autori In Evoluzione,
non è pericoloso per la salute!
CAPOFILA DELLE PRECEDENTI EDIZIONI:
geltOUb 2018:
Lea de Cristofaro – I Pazzi –
geltOUb 2017:
-
Giancarlo Economo – Lezione di vita
-
Lorena Carta- Antigu coru pitiu.
geltOUb 2016:
-
Simone Colonna – Il triste rugo
-
Massimo Acciai Baggiani – Beyond the years (Ballata dei giorni futuri)
geltOUb 2015:
- Michela Serra – Ragna-tele
- Teresa Meloni –Frammenti di Universo
geltOUb 2014:
-
Mariposa Han – Il libro / e Enrico Scano – Il bianco e il nero
- Sandro Bozzolo in arte “Baltic men“ – Quel che accade in un momento potrebbe non accadere mai
Accetto il regolamento
-Soir d’été-
C’était un soir d’été
La clarté crue de ma lampe donnait dans les bois
La sylve coulait d’une fumée noire
Moi, j’auscultais le silence
Pour boire le calice jusqu’à la lie
Dans cette forêt de bois
Ma douleur me transmue en joie
Puis, au son des fifres,
Je vagis dans les grumeaux-de lait tel un bébé en quête de tétée.
Dans cette ambiance méditative,
Mes souvenirs dodelinaient comme des bougainvillées au passage du zéphyr.
Je rompis ce silence
Quand, je pensai aux secousses telluriques,
Qui jadis
Ont cloîtrées mon âme dans les serres du désespoir.
Traduzione
-Sera d’estate-
Era una serata d’estate
la luce della mia lampada dava un crudo bagliore agli alberi
avvolgendo la foresta come di fumo nero
Ascoltavo il silenzio
Scolando il mio calice fino a berne il fondo.
In questa fitta selva
Il mio dolore si trasmutò in gioia
e come al suono di un pifferaio magico rinacqui
e il mio vagire sciolse grumi di latte voracemente, come lattante al seno.
In quest’estasi meditativa,
Dondolavano i ricordi, come buganvillee al passar dello zefiro.
Ruppi quella quiete
quando d’improvviso pensai ai terremoti
che in passato
imprigionarono la mia anima fra le macerie della disperazione.
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Il testo in francese mi piace molto! 😀🌸
Perché descrive un crescendo di sensazioni che alla fine sfociano in un sentimento di liberazione.
Purtroppo le traduzioni non riescono mai a rendere in pieno la poesia della lingua originale.
E vorrei segnalarti che, nel penultimo verso, le parole “ho clausura” forse andrebbero sostituite con” hanno imprigionato” (o “hanno rinchiuso”).😊
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Donatella Sarchini protettrice dei contest ❤ ❤ ❤
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Ho goduto del testo in Francese, molto molto bello.
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Claudia, potresti propormi una traduzione consona al fascino della poesia e al nome di Martial?
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Mi innamorai delle poesie di Prevert a 12 anni e lo feci così intensamente che ancora è un linguaggio che mi da i brividi. Non si può tradurre alla lettera senza perderne l’armonia e l’enfasi….ho provato a riflettere in italiano le vibranti emozioni che mi hanno colpita.
Era una serata d’estate
la luce della mia lampada dava un crudo bagliore agli alberi
avvolgendo la foresta come di fumo nero
Ascoltavo il silenzio
Scolando il mio calice fino a berne il fondo.
In questa fitta selva
Il mio dolore si trasmutò in gioia
e come al suono di un pifferaio magico rinacqui
e il mio vagire sciolse grumi di latte voracemente, come lattante al seno.
In quest’estasi meditativa,
Dondolavano i ricordi, come buganvillee al passar dello zefiro.
Ruppi quella quiete
quando d’improvviso pensai ai terremoti
che in passato
imprigionarono la mia anima fra le macerie della disperazione.
….spero di esserci riuscita…anche se in francese è molto più bella!
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Ottima traduzione, brava! Io comunque, masticando Francese, preferisco ovviamente il testo originale.
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La suggestione della lingua originale, nota per la perfetta aderenza ai turbamenti esistenzialisti, fa trapassar retorica verseggiatrice in cruda e struggente storia di ognuno.
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Une grande capacité descriptive des images issues de l’âme du poète généreux, qui guide le lecteur dans un voyage métaphysique, pour un réveil joyeux et purifié. Merci
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ACCETTO IL REGOLAMENTO.
-Ritorno-
Sto percorrendo le curve montane
rientrando da una fugace gita costiera
il posto: SOLANAS!
MA NON IN SPIAGGIA! Bensì su un alto colle
scavato da un orrido villaggio turistico
trasformato in un finto Centro Ristoratore, dove decine di Miracolati
risiedono con poco o nulla e
il bastardo proprietario
incassa sfruttando le
sfruttatrici norme europee!
Sono stato un modesto portavoce silenzioso
Amici Fraterni mi han pregato di condurre
una semplice missione solidale.
Mi sono venuti incontro C. e F. assieme al Piccolo
Angioletto, Nato durante il Loro Lungo
Esodo!
La macchina era in riserva
ma non me n’è fregato un emerito cazzo
se mai è esistita la Divina Provvidenza, oggi ho avuto
un suo Segnale!
Spingo l’acceleratore
mi ritrovo in Solitudine
contrastanti pensieri si sciolgono davanti
all’Infinito Marino e
scampoli di Ricordi accompagnati da un
Crepuscolare Quadro Celeste
accarezzano la mia anima
rendendo speranzoso
il Rientro!
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Non conosco Solanas, ma questo tuo racconto me la rende una meta da cui fuggire…
Per fortuna la bellezza della natura è in grado di lenire certe ferite dello sguardo interiore… 😉
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Solanas è un posto bellissimo!
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Wow!
Ma se Solanas è un bel posto, allora vuol dire che non ho capito il senso di questo racconto…🤔😮
Io l’ho interpretato come il viaggio di una persona che cerca di sottrarre una famiglia di rifugiati a in luogo di falsa solidarietà (una struttura turistica a Solanas) dove li sfruttano per ottenere dei sussidi europei.
Ma se così non fosse, per cortesia illuminatemi…! 😮🌠
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Accetto il regolamento.
-Il Segreto sta nell’Acqua-
V’è un suono greve di rivelazione
nella Notte.
Quando ronza, sorda, la frattura dell’Io.
Quando, di gravida presenza,
la luce lunare avvolge e serra ciò che resta.
Si aprirà così la Notte a sussurrarti ogni segreto.
Si ergerà il suo Abisso ad inghiottire ogni demone e tormento.
Ciò che cela lo splendore della sabbia che il viandante del deserto scambia per distesa d’acqua.
Ora che Sei,
via Ieri, via Domani
dall’eco dei tuoi passi.
Via lividi e carezze.
Il Segreto sta lì: tra l’estasi e il mutamento.
Lì sarà il mio Segreto:
mescolato al tuo respiro.
Il Segreto sta nell’Acqua.
Tutto per quella lacrima.
Più calda della stessa sabbia.
Per quel tuo Cuore…
Per quel tuo cuore da preferire ad ogni altra burrasca.
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Una bellissima dichiarazione d’amore, forte e sincera.
Il legame tra il mare e il deserto è fantastico, conosco questa sensazione perché l’ho provata anch’io di fronte a una infinita distesa di sabbia.
Nella canzone degli America “A horse with no name”, il testo dice “in the desert you can remember your name”, e questa tua splendida poesia mi evoca una percezione molto simile, un modo di perdersi e al tempo stesso ritrovarsi nel nulla – che in realtà è il Tutto.
E in questo caso è ancora meglio, perché ci si ritrova in due, per amarsi l’un l’altro! ❤️❤️
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Ciao Donatella, ho letto solo ora il tuo commento.. :)) hai mai sentito sulla pelle la fortissima connessione simbolica tra i granelli di sabbia e il tempo delle nostre esistenze? Unendosi posso dar forma a consapevolezze ed opere sublimi, sempre diverse e sempre dai confini fluidi.. clessidre dai confini liquidi.. D’altronde siamo una palude di nomi ed una pioggia di identità che il nostro corpo contrae e capovolge incessantemente. Forse non eravamo nien’altro che frammenti prima di essere riuniti.
:))))))
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Sublime e profondo, versi che segnano l’anima.
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Potente come solo l’impeto amoroso sa essere. Quell’indomito fremito che al pari della sete nell’arsura sa trasformare anche le lacrime nel miraggio di una dissetante ed auspicata passione da preferire all’assenza dell’amato. Mi ha fatto pensare a Romeo e Giulietta! Bella!
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Accetto il regolamento
💗FELICITA’
La magia dei giorni
catturava i nostri sensi.
Qualcosa di sublime
sprigionava in Noi…
Note musicali
echeggiavan nell’aria..
Versi ballerini aleggiavano
per tutta la stanza.
Il celeste dei tuoi occhi
emanava una luce abbagliante
che si confondeva
con l’azzurro del cielo…
…e giorno, dopo giorno
era bello scoprire qualcosa di te…di me.
Il tuo sguardo misterioso
catturava l’anima mia…
…e più mi allontanavo
e più ti sentivo vicino.
Sei la rugiada che bagna
le fronde al mattino presto
Sei il calore del sole
che mi scalda il cuore
Sei i prati in fiore
che profumano di primavera
Sei quell’ebbrezza marina
che mi sfiora dolcemente i capelli
Sei quel mare calmo
che mi rasserena
Sei quell’onda anomala
che mi allontana e mi avvicina
in continuo tumulto
Sei quell’amore da cui
non avrei mai voluto staccarmi…
…FOSTI FELICITÀ…
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Il passato non muore mai, quando è stato fonte di felicità.
E il suo ricordo è ciò che ci consente di continuare a vivere anche “dopo”.
In fondo la poesia si aggancia sempre a ciò che fugge, per andare avanti… Bella! 😀
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Molto bella rende l’idea dell’altalenarsi di sentimenti contrastanti che vagano fra la nostalgia e il rimpianto…un brillio di cristallo incastonato in un agolo segreto di cuore. Bellissima e luminosa. Complimenti. ❤
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NEVERLAND
Le sponde sono tutte uguali ma quando lasci quelle della tua terra il cuore in petto si strappa .
Hai voglia a raccontarti che dove andrai ci sarà la stessa pietra, lo scoglio scivoloso, il rumore dell’onda: il tuo orecchio e il tuo cuore percepiranno un battito straniero, più lento o sincopato , uno scarto, un ritmo, un vuoto: un dolore che non si placa con l’approdo.
Le sponde sono tutte uguali ma quelle che guardi venirti incontro mentre ancora dondoli ( se ti va bene) al largo di un mare vorace, sono più scure e più feroci di quelle che hai lasciato.
E non le riconosci. Nascondono una terra che ancora non vedi, un suolo che non indovini, la patria di gente che non sai.
Può darsi che – come ti hanno detto- le sponde siano tutte uguali ma il luogo che sta dietro – vicino, dopo – quelle sponde non è casa tua: lì abita gente che non ti capisce, non ti aspetta, non ti vuole. E allora capirai che ti hanno raccontato una bugia per rubarti anche la miseria, il sogno del domani.
Se vieni per mare con le labbra spaccate e il cuore a lutto, anche se ti porti dietro la speranza le sponde non sono tutte uguali.
C.S.
Accetto il regolamento
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Hai messo il dito nella piaga con una semplicità disarmante e proprio per questo ammirevole.
Il senso di perdita ineluttabile è il compagno di viaggio di ogni profugo, ed è praticamente inutile e ingannevole indorare la pillola quando l’amaro viene percepito ugualmente.
Un’osservazione molto umana e civile, perché gli esseri umani hanno prima di tutto diritto alla solidarietà, ma in mancanza di essa hanno diritto almeno alla sincerità! ❤️😢
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Come sempre Donatella, leggi profondo tra le righe. Grazie
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accetto il regolamento.
Restare o Partire
Dopo una notte insonne avevo deciso di partire.
Cosa sarebbe avvenuto era una questione altalenante tra paure e speranze.
Nel giro di poche ore mi ero ritrovato a dover prendere
una scelta importante.
A volte le decisioni più ardue viaggiano sul filo lieve di un soffio di vento.
Io sapevo benissimo dove volevo arrivare.
Il vento, con il mio corpo magro, mi ha sempre aiutato.
Son io che ho imparato ad usarlo come spinta dietro la schiena, per farmi volare.
Il viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da piccoli e così, con questa leggerezza mista a incoscienza, mi affidai a mercurio.
“Non devi dire mai che hai paura, perché se no le cose che desideri non si avverano.”
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Qualunque fosse il dilemma che attanagliava il cuore del protagonista, confesso che il modo in cui ha dichiarato la sua decisione irrevocabile mi ha messo i brividi, e mi ha fatto paura, anche se nella chiusa lui ci esorta a non averne mai.
Mi colpisce non tanto il fatto della partenza quanto la mancanza di prospettive, di un obbiettivo da perseguire – o forse voleva semplicemente tenerselo per sé e non rivelarlo mai a nessuno…
Ma ho una sorta di percezione intima che lui voglia volare verso il nulla, dove non c’è più vita.
Un racconto molto triste e coinvolgente, che mi fa pensare a quanto possa essere difficile cercare di dissuadere una persona dalla decisione irrevocabile di rinunciare alla vita. 😔😔
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Una lettura molto bella sull’importanza delle azioni e del cambio di direzione che la nostra vita può prendere repentinamente, sospinta da quel vento imprevedibile che è la nostra anima e che a volte molti di noi percepiscono ostile, mentre in realtà l’autore ci spiega la sua profonda bellissima verità: se il vento ti sbatte in faccia, giragli le spalle e la sua forza ti aiuterà a partire senza fatica. Come trasformare le avversità in risorse 🙂
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Lieto fine
C’è un dislivello
nel tuo sentimento
angolo ottuso
come il tuo tormento
che si strafoga
di frasi al veleno
stringendo forte
quella serpe in seno.
La vita sempre
ti presenta il conto
destino senza tregua
e contro vento.
Provando a farti male
ti ferisci oltre misura,
insegui un ideale
circondato dall’arsura.
Credendo al lieto fine
bruci sempre le domande,
i dubbi dell’istinto
che ti tremano le gambe.
Ignori le risposte
non le provi ad ascoltare,
contengono proposte
che sei stanco d’aspettare.
Eppure il gioco duro
non ti piace e non t’attira.
Lo so non c’è futuro
se il sentiero non respira
Spalanca i tuoi polmoni
per riempirli d’allegria
la comunicazione
muore sempre d’asfissia
Perdonati ogni sbaglio
non è sempre colpa tua,
concediti una scelta
questo mondo è una bugia.
Attendi con pazienza
il destino parlerà
non esiste vaccino
per la mediocrità.
Insegui ogni tuo sogno
non permetterti cassetti
che abbiano un doppio fondo
per nascondere segreti.
La vita è troppo breve
per dar spazio alle bugie,
la sofferenza crea
le peggiori malattie.
Lo specchio di te stesso
sono gli occhi ed anche il cuore
La pelle troppo spessa
pasticciata fa rumore
ma l’arte del silenzio
che ti parla con le mani
tu imparala col tempo
ogni giorno è già domani.
Abbraccia la tua anima
tienila stretta a te
e bacia quelle mani
che carezzano il tuo cuore.
La tenerezza spiazza
mentre fuori il freddo impazza,
la gente non si parla
mentre giudica la piazza
Restiamo un po’ bambini
e giochiamo a fare i matti,
non siamo ragazzini,
fan le fusa pure i gatti.
Se guardo nei tuoi occhi
vedo abissi di dolore
ma costruiremo ponti
per distenderci nel sole.
Non facciamoci del male
in quel flusso d’irreale,
di violenza, di aggressione,
di possesso e ritorsione.
Siamo anime ferite
siamo reduci di vite,
di catastrofi interiori
che ci atterrano a priori.
L’universo ci ha riuniti
per tenderci le mani,
per fare sogni strani,
per scrivere il domani.
Se la vita ha senso e scopo,
il vento spazza il poco
ma il tempo come il fuoco
forgia i cuori per un dopo.
La vera incomprensione
è cercare la felicità,
confonde la ragione,
deprime ad ogni età.
Non siam nati per soffrire
ma per vivere sereni,
la gioia è un lieto fine
se non le imponi freni.
@Martina Lorai Meli
Accetto il regolamento.
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Il lieto fine fa bene a tutti, soprattutto al cuore. Complimenti hai scritto un testo in cui mi ritrovo perfettamente. Un poema con rime ben studiate ma spontanee, anzi potrebbe sembrare n testo rapp. Mi piace davvero molto , brava.
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Sono d’accordo con Luisa Cagnassi, perché anch’io l’ho percepito musicalmente come un testo rap.
Anche i contenuti poetici mi sembrano assai in linea con la cultura del rap, con la loro prorompente forza espressiva.
Un canto tribale che nasce da una ribellione profonda.
Bella e vitalissima, perché tutti, ma proprio tutti dovremmo perseguuire il lieto fine! 😍🌸
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Versi che attraverso immagini lasciano trasparire profondità e spontaneità attraverso ritmo e musicalità delle parole. Bella!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Tu hai la capacità di trattare di argomenti complessi con una sincerità e una delicatezza che riescono a stemperare il carico emotivo, emozionando il lettore.
Mi ricorda molto il modo di fare delle persone più sensibili che conosco, che anche quando devono dirti una cosa “pesante” scelgono le parole meno invasive, anzi non le scelgono. Le dicono.
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-Accetto il regolamento-
Vorrei un sogno
che mi portasse via
e pagine di ricordi
da contemplare
all’ombra delle querce
accanto ai pruni in fiore
E qui
da terrazze polverose
scorgere le passioni degli avi
fatte silenzio immemore
nelle regioni fragili
dei tempi ormai perduti
Anni
Lievi di transizioni
mi recasse la notte
nel rosso delle stagioni
stanche di vecchi legni
Cessando lenti i cuori
dalle ragioni folli
nei petti per sempre infranti
Solo allora
saremo insieme
nelle declivi valli
dove il pensiero fugge.
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Una lirica che sembra una concatenazione di componimenti haiku, anche se non ne ha il rigore sillabico costruttivo, perché ha mille riferimenti alla Natura come parte integrante e irrinciabile della vita di ogni essere umano.
Infonde un gran senso di comprensione e di pace interiore.
Bella, mi piace molto. ❤️
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Essere abituati a sognare ci ha portati a dormire sempre meno,
i nostri disagi sono uscite di sicurezza lasciate aperte da un lascivo destino.
Guardavo con occhi distratti ogni cosa già fatta,
e non solo loro si accreditavano facce e ne faccevano tesoro.
Ogni giorno racconterà con vaghi sermoni le sorti di mille farfalle,
che fingono di cadere mentre le candele piangono di buon umore.
ci sono colori che non hanno biogno di essere visti in compagnia,
ci sono carezze che non sanno apprezzare la loro tristezza.
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In questa lirica leggo un forte disincanto, quasi un abdicare della speranza.
E anche un anelito alla solitudine come ripiegamento salvifico dell’anima su se stessa.
Perciò vorrei augurare a quell’anima stanca di non perdersi mai, e di aprirsi comunque, nel bene e nel male, al Mondo. ❤️
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Accetto il regolamento
L’eredità
Mi avevi avvertita, sarai sola
ti rimarranno questi occhiali
ingombranti, ma ti serviranno.
Ti lascio anche due protesi speciali
acustiche, scomode anche loro
gli altri tre sensi li hai già in dotazione.
L’assenza dei due che oggi ti dono
hanno marchiato di lacrime i tuoi sbagli,
ma da ora in poi sentirai tutto:
Il fruscio lieto dell’amico vero
Il rombo cupo del tradimento
Il mistero delle arnie
le mascelle delle locuste.
Capirai sempre troppo
e troppo dovrai pagare
ma è questa la tua vita
abbracciala ad occhi aperti.
Non esistono assoluti nel nostro modo di interagire con il mondo. Esistiamo noi, con la nostra eredità biologica, etica e morale. Esiste il nostro abbraccio con l’altro in questo spazio di vita in cui siamo rigorosamente passeggeri.
T.D.
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La coscienza dell’estrema volatilità del tutto non deve comunque impedirci di gidere di ogni cosa bella e piacevole e imprevista che la vita ci regala.
Un’esortazione a non prendere tropposul serio nemmeno i propri personali acciacchi.
Un bell’esempio di vitalità non solo istintiva ma anche razionale. Bella! 😀🌸
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Accetto il regolamento
-Sotto le bombe del ’43-
Ho pianto lacrime di sangue
quando ho visto le pareti del mio mondo andare giù
castelli di carte le une sulle altre
Il fragore dell’inferno
Le sirene mi hanno chiuso prima il cuore e poi la mente
Da solo il corpo si è trascinato nel rifugio
brucia ancora il calpestio dentro agli orecchi
tra gli strazii e quegli urli di bambini che cercano la mamma.
E mio padre rimasto addormentato sotto un sasso.
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Intensa
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Una prosa lirica terribilmente emozionante e coinvolgente, che mi ha ricordato narrazioni simili rievocate dai miei genitori e dai miei nonni.
La guerra è un mostro orribile che dilania il mondo da sempre, quando si crede di averla cancellata da un luogo ecco che ricompare tragicamente in un altro, come in un eterno ritorno.
Tagliare le sue mille teste sembra un’impresa impossibile, eppure ci si deve comunque provare, per costruire un mondo in cui non ci siano più bimbi che chiamano inutilmente la mamma e padri che dormono per sempre sotto un sasso. 😢😢
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Non ho vissuto in prima persona la guerra e la devastazione emotiva delle persone. Eppure ci ho studiato,ho ascoltato i racconti e i resoconti atroci,fino a sentire i dolori della gente.
Grazie per questa sua attenta riflessione.
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Ricordi di orrori che, purtroppo, si ripeteranno sempre. Questo è il dramma peggiore e chi lo ha vissuto, non sa vincere la paura. Molto sentito.
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Nonna mi raccontava spesso delle bombe, della sirena antiaerea, dei cistipati rifugi densi di corpi rsnicvhiati e di terrore, della fame, della sete e del buio che ti rimpiccioliva gli occhi ed i pensieri fino a farti dimenticare come fosse la vita prima che tutto quello male cominciasse. Grazie. Meritiamo di non dimenticare affinché non si ripeta!
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Accetto il regolamento.
Entropia
–
Il dodicesimo passo è il cambiamento
dopo l’attesa nel buio.
Segue l’undecimo e genera esse
avvolto di speranza.
Il numero dieci è assorto
mentre l’ombra si allunga.
Nove giunge e congiunge
tra sbuffi di freddo e vapore.
L’ottavo è un morto
diviso tra fede e ragione.
Freme il settimo
non guarda negli occhi nessuno.
Sesto e quinto si ergono alti
come vette inesplorate
e il quarto avanza beffardo
a spezzar l’indifferenza
a generare il caos.
Tre trasuda imperfezione
e d’un tratto si ferma
a contemplare l’Assoluto.
Il secondo è un attimo
di energia in catene.
Uno diventa zero.
E tutto scompare
in silenzio e necrosi.
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Giocando con i numeri si può magicamente risalire fino al principio unico che combacia con la fine ultima dell’Universo.
Quasi una cabala dei sospiri, un desiderio di soiritualità che di può concretizzare solo con l’evaporazione totale della carne.
Molto interessante nella sua potenza epica, come un giro inebriante sulla folle giostra del mondo! 😍🌸
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Eccola la Declamazione dei 12 comandamenti, conto alla rovescia verso la “nuova evoluzione”, che poi è solo involuzione, un’arrampicata libera verso il baratro dell’incomunicabilità o meglio dell’incomunicabilizzazione di massa, perché l’entropia è un virus, un’epidemia, una cancrena indotta e autoindotta che ci distruggerà. Un suicidio di massa annunciato, un volo stile libero verso il nulla. Siamo come gatti impazziti che si gettano fra le auto in corsa! Molto toccante! Mi sono venuti i brividi!
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Originale, crudelmente reale. I numeri siamo noi in trasformazione. Bella.
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Da poco ho letto i 12 strati del Dna di Kryon, che altro non sono se non un viaggio dentro di noi per ritrovare il nostro se superiore, quello che non si nutre di cibo, di ego, di possesso, di imperfezione, ma che corrisponde al nostro nucleo divino per comprendere che tutto è nulla e che tutto (o nulla) ritorna. Come la merkaba. Bel viaggio! Grazie
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-Vintage-
Vi è una brezza leggera dopo la pioggia
che apre il respiro e smorza i pensieri.
Superbi raccontano come si diventa
nei giorni dell’assenza.
Voci non troppo distanti
narrano di aver visto Dei alticci
giocare coi figli di alabastro
mentre fuori si muore a ogni istante.
Graduati e corone si trastullano
è un momento inopportuno
questo tuo venirmi dentro proprio adesso.
È un giorno utile da spingere all’indietro
in quell’avvolgersi di baci dolci.
È utile sospenderlo così
nel brillio di un sorriso
che ogni tanto salta ancora fuori dalla scatola
come un pupazzo grottesco
a deridermi di un sublime intento
per scoprire poi
che le mode non passano soltanto.
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Wow… sublime…non aggiungo di più.
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grazie ❤
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Purtroppo le mode hanno i loro corsi e ricorsi, esattamente come la Storia dell’umanità (o della dis-umanità) che le produce.
Hai ben ragione a cogliere il senso del grottesco, perché è così che cercano di intortare gli avversari, avvolgendoli nei veli delle mode – che altro non sono, se non prigioni a cielo aperto.
Molto bella!! 🙂
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Grazie ❤
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Il passato non muore mai, quando è stato fonte di felicità.
E il suo ricordo è ciò che ci permette di continuare a vivere anche “dopo”.
In fondo la poesia si aggancia sempre a ciò che fugge, per andare avanti.
Bella! 🙂
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La vita è un attimo e potrebbe essere meravigliosa se non la passassimo a vivere di facciata, ad inseguire utopie e mode, a farci imbambolare o pietrificare da questo o quell’altro incantatore di serpenti. Sarebbe meravigliosa se non ci vergognassimo di avere pensieri puri invece che pensare solo a trovare scuse per erigere muri, a trovare motivi per sventolare bandiere in nome di una libertà che ci trasforma in schiavi di noi stessi, dei nostri sentimenti momentanei, delle follie di un attimo, di amplessi rubati, di bombe gettate, di un potere che non ne ha mai abbastanza. Siamo in balia degli eventi e sembriamo non soffermarci mai a riflettere, ad ascoltare il cuore, a comprendere cosa davvero voglia dire libertà!
Grazie ottimo spunto di riflessione!
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grazie ❤
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-La Rosa-
Vivere in aria
affidarsi alla fiaba
Inseguendo una bolla d’amore
nei vicoli stretti della follia
In una caccia al tesoro
Unico indizio una rosa sul muro
Rallentare, fermarsi
Annusarne il profumo
Sfiorarne il velluto
farsi pungere dalle sue spine
Sperimentare
La memoria del tocco
Anche senza toccare
Immaginare
Ascoltare antichi tremori
Che dai bulbi dei peli ti arrivano al cuore
Sentendoli veri più di ogni altra cosa
Ci vuole poesia per dare a una rosa dipinta sul muro lo stesso valore di quella sbocciata nel giardino di casa in quel maggio.
Ci vuole coraggio per spingersi oltre quel muro dipinto di rosa e trovare il tesoro.
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“…ma col rosso di sera
vien voglia di credere ancora
che l’amore ha diritto di averlo soltanto chi spera”…
Così cantava – nel lontano 1970 – Mia Martini, nella sua bellissima canzone intitolata “Il guerriero”.
E allo stesso modo io immagino che venga premiata dal futuro la costanza di insistere a cercare il tesoro della rosa dipinta anche oltre la barriera grigia del muro.
Molto bella per l’incitamento a non abbandonare mai la propria ricerca, anche quando di primo acchito sembrerebbe impossibile. 😍🌸
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Grazie🌹
Vuole essere un invito a staccarci dalla macchina mondo e seguire le sensazioni che sentiamo più vere senza temere di non essere corrisposti, di essere giudicati
Il vero scopo dell’amore incondizionato è quello di far riemergere la coscienza alla luce va molto oltre una relazione di coppia, apre nuovi occhi sul mondo.
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E’ una delle mie poesie preferite, perché è un’esortazione a non disperare, a cercare sempre quella macchia di colore, a cogliere insegnamenti in tutte le circostanze.
La rosa come la vita ha tante qualità, c’è chi l’ammira arrampicarsi sul muretto, chi la annusa catturandone l’essenza, chi prova a toccarla e si punge, chi non ha il suo roseto e la dipinge con i suoi colori, e chi la secca, sperando di conservarla a lungo. La cosa bella è che la vita è un lunghissimo momento di momenti e che a ognuno di questi, corrisponde una rosa di colore e profumo più o meno intenso.
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-Rami-
I coleotteri danzano in giardino:
eroinomani impazziti per un centone.
Senza ragnatele, gli angoli del soffitto possono respirare.
Accendi un cero, vendilo per faro.
Una tesi bibliografia sull’estinzione delle balene
per te che volevi salvarle come pesci nell’ampolla.
A dicembre, la notte è lunga quanto un torneo di scacchi giocato fra ciechi.
Il rumore assordante delle mense
quando tutti hanno fame.
Le domande senza asfalto sostano sulla sabbia.
Ho assaggiato il miele direttamente dall’alveare.
Accendere una sigaretta sotto al diluvio:
il tentativo è uno sparo in una galassia sterminata.
Non posso respirarti
e allora lascio stare,
i mattoni non fanno una casa
solo un muro.
Non è un dirsi addio o buona fortuna
è più una decriminalizzazione del reato,
a domani o a mai più.
Nonostante questo,
ci sono scoiattoli pronti a fidarsi
della stabilità dei rami.
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La fiducia nei rapporti umani in generale è importantissima, ma nell’amore è tutto. ❤️
Rivelatrice, lapidaria essenziale.
Molto bella! 😍🌸
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Stupenda, nonostante tutto, qualcuno si fida ancora. Bravissima.
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Un volo, tu ! Finalmente tu l’amore più importante, disperato ma non per me. Sorriderai lo sento e dentro me questo presagio e già realizzato. Ecco che i giorni passano, ti osservo, sei un uomo, mi sorprendi, adoro la nostra complicità e la nuova luce nei tuoi occhi, sempre cucciolo ai miei .
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L’amore di una madre per il proprio figlio è un insieme di emozioni indefinibili, che non finisce mai di evolvere, come in questa folgorante descrizione-flash!
Molto bella e coinvolgente! 😀🌸
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-Vissi-
Vissi d’ambra e d’amore
in questa Terra
tormentata dal vento.
Cantavano
i ciliegi note un po’
stonate che sapevano
di sale, di profumi speziati.
Il riflesso dell’alba,
si spargeva sulle case,
sugli ulivi gravidi
di poesia,
sulle colline a strapiombo,
fiorenti di timo,
di carezze alla lavanda,
tra rivi impetuosi e
allodole festanti.
Vissi di pane e fantasia
sul balcone di mia madre
con il bucato steso
ad asciugare e un “verso”
di Battiato.
Vissi all’ombra
di tramonti infuocati,
all’amplesso della luna
su scogli dimenticati.
Al plagio della notte
che ha sprecato le parole,
piangendo in silenzio
al sorgere del giorno
copiato s’un vetro
di carta carbone!
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Wow! Una vera ode alla bellezza dei luoghi mediterranei!
Una bellissima lirica forte e nostalgica che profuma di fiori, di terra e di mare.
Mi piace molto!! 😍🌸
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Mi riporta allo splendore poetico del novecento, con quel velo romantico capace di farti percepire i profumi della natura. Davvero lodevole.
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Un quadro di Monet! quanti colori!
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-Laddove la bestia non potrà mai arrivare-
Volavo basso per osservare meglio la vita là sotto. E a un tratto l’ho riconosciuta. Era seduta su quel marciapiedi a Nizza, ma l’avevo già vista abbandonata nella polvere di Kabul, in Nigeria tra quei piccoli corpi innocenti utilizzati come bombe dalla mano di bestie assetate di sangue e anche in fondo al mare a recuperare bimbi, donne, vecchi che cercavano speranze e calore e invece trovarono solo il gelo dei fondali.
Piangeva disperata, quell’esile corpo sconquassato da singulti violenti.
Strano, ho pensato. E’ proprio in questi momenti che dovrebbe mettersi all’opera. E invece era lì senza più alcuna energia, affranta. Ho provato un gran dolore, sapete. Non l’avevo mai vista in quello stato. Era stata sempre solerte. Sapeva quello che doveva fare e lo faceva con perizia, quasi con freddezza, o almeno così sembrava.
Sapevo che non avrei dovuto farlo. Era contro le regole. Ma che amore rappresentavo se non potevo donare un poco di serenità a chi stava soffrendo.
Planai dolcemente richiudendo le ali dietro la schiena e mi sedetti accanto a lei. Le presi la testa adagiandola delicatamente sul mio petto e, cantandole una dolce nenia, la carezzai a lungo.
“Dovrei essere io a prendergli la vita, non loro. Come possono essere così crudeli. Non riesco nemmeno a guardare quei corpi martoriati: bambini, donne, anziani, esseri innocenti. Credono che io sia insensibile? Basta. Smetto. Lo facessero loro il lavoro sporco”.
“Hai perfettamente ragione. Assetati di potere, finiscono col bere il sangue dei loro simili. Ma tu non puoi fermarti. Può una madre amorevole non soccorrere i propri figli morenti? Li raccoglie e li porta in braccio laddove la bestia che secerne solo morte e distruzione non potrà mai arrivare. Col tuo gesto pieno di calore doni una nuova vita a coloro a cui è stata strappata via senza pietà”.
Solo allora sollevò il viso avvolto nel mantello nero e potei osservare quello sguardo. Non lo dimenticherò mai quello sguardo. V’era un intero universo di emozioni riflesso nei suoi occhi. Dolore, rabbia, disperazione, ma anche amore, comprensione, legame indissolubile con la vita. Lo so, vi sembrerà strano, ma oggi ho consolato anche la morte. Lei non fa differenza alcuna di razza, religione, nazionalità, fede politica. Lei si prende cura di tutti. Di tutti coloro a cui la malvagità umana strappa ciò che non gli appartiene.
E fu allora che l’alito vitale di un bimbo biondo si sollevò dal marciapiede
dove quelle macchie rosse sparse ovunque non erano certo papaveri
Si avvicinò all’essenza di un bimbo nero che come un sospiro lieve
si elevò dalla polvere intrisa del suo stesso sangue
Infine ogni giovane energia si liberò di quei poveri corpi maciullati
e tutti si accoccolarono nel grembo della dolce madre di nero vestita
Solo lei poteva sacralizzare e rendere vitale quell’innocenza
che la bestia immonda credeva di aver distrutto
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Alla sacralità della Vita può essere resa giustizia solo da una Morte pietosa, che è soltanto uno dei tanti volti che assume la Vita.
Ciascuna delle due entità è sorella, complementare e necessaria all’altra, perché senza la Morte non potrebbe esistere la Vita – e viceversa.
Poiché nel ciclo dell’eterno ritorno esse si scambieranno infinite volte i ruoli, noi dobbiamo imparare a non temerle entrambe, come era nella cultura dei nostri progenitori, che erano soliti salutare con serenità sia chi si era appena aggiunto al mondo, sia chi lo aveva appena lasciato.
E riconoscere alla Morte anche il ruolo taumaturgico di superamento della sofferenza.
Questo tuo splendido racconto, mi commuove sempre, Giancarlo! ❤️❤️
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Grazie Donatella. Diciamo che se la Morte ha anche un ruolo taumaturgico, una parte del genere umano ha un ruolo talmente bieco da rendere difficile anche il compito di questa Madre che non fa alcuna distinzione di razza, religione, casta.
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Viviamo in un mondo in cui ognuno è convinto di poter giudicare l’altro, di poter decidere per gli altri, di poter interferire con la sacralità che ognuno di noi racchiude in sé. Un mondo in cui il male ha preso il sopravvento e l’altro è solo un oggetto che fa parte di un qualcosa a cui non sentiamo forse più di appartenere. Sensibilità e sentimenti sono un così raro gioiello da restare spesso chiusi nella cassaforte del cuore di chi li possiede, se li possiede…E noi poveri illusi, che viviamo il tempo come se non avesse fine e infrangiamo le regole come se non debba mai arrivare il giorno della resa dei conti, non possiamo far altro che osservare e raccontare. Noi che ancora usiamo le parole e i brividi, mentre nel mondo la diversità si racconta a categorie, si classifica per oggetti, per forma, colore e religione. La diversità lì ha un prezzo e una ragione. L’unicità invece è un nemico da distruggere e portare in omaggio alla dea dell’omologazione. Ribellarci è un dovere, un comandamento! Eppure v’è un momento in cui non v’è diversità, né gerarchia, né prezzo, né follia. E’ l’estremo ultimo saluto di fronte al quale anche il poeta resta muto.
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Tanto è bello che è quasi imbarazzante. Toccante nel profondo. Complimenti.
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Il lupo e l’agnello
Inquieti pulsano i pensieri
Battito di sangue e terra
Dell’esule spirito
In viaggio verso l’altrove
Lontano da scannati agnelli
E lupi predatori
Sotto questo cielo di cellophane
Distaccato e assente
Soffoca il respiro
Ingabbiato in rigide sbarre
D’intolleranza e odio.
Nella plastificazione dei cuori
Di questa generazione di neoprene
Non strappa l’artiglio il cielo
Ma corpi e anime arrese.
No, non saranno più pindarici voli
A dare sollievo al cuore
Ma sarà solo quando lupo e agnello
Giaceranno assieme
In un abbraccio d’amore
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E’ un’utopia, di questi tempi, ma speriamo possa accadere. Complimenti.
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Grazie Luisa, ma la speranza, come si suol dire, è l’ultima a morire. L’uomo può compiere grandi cose, solo quando ha un sogno da perseguire e questo sogno, è l’unico che può garantire continuità alla specie., poichè l’amore, la conciliazione tra i due opposti, implica la soluzione di tutte le problematiche legate alla nostra sopravvivenza e felicità
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Sono d’accordo sulla conciliazione dei due opposti, anch’io cerco di trasmettere sentimenti di pace, ma sta diventando particolarmente difficile.
Questo non significa smettere di perseguire i nostri obiettivi. Grazie.
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Che bella questa metafora prospettica, che inneggia alla pace e all’amore universale!! 😍
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Bellissima poesia sul dualismo dell’uomo.
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-Giaggioli-
Cadrà la neve. Faremo delle nevi trincee
come soldati sotto la luna ovale
I ghiaccioli della notte trilleranno altezzosi,
la luce sorgerà boreale.
Acque ghiacceranno tra ciottoli di fiume,
i cavalli del mondo nitriranno sulle terre,
sciolti da un cielo da un astro, dall’erba,
liberi nella puszta ghiacciata e soli.
La neve si scuoterà come fiori di ciliegio
o come un sottile filo di malva.
Cadrà la neve profondamente, siederemo sopra,
le mani rosse attaccate al sole.
Parole ghiacciate sciameranno effimere,
albatri voleranno solitari sopra il mare.
Attaccherai i miei silenzi-stalagmiti
alle creste eremite ricoperte di neve.
Scioglieremo il faro del mondo, la copertina,
giaggioli spunteranno tra le stelle.
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L’inverno dell’anima sta per finire, oppure il desiderio di superare la malinconia della solitudine induce a costruire immagini oniriche rassicuranti.
Che dire? Speriamo che i giaggioli spuntino davvero tra le stelle! 😀🌸
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Grazie!
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Quante immagini poetiche in questa poesia che spunta come i fiori e i frutti della primavera. ❤
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La poesia è come i fiori dei giaggioli, risveglia i ricordi e fiorisce una nuova vita. Grazie mille!
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Bello questo scorazzare del poeta nel concetto di neve. Nella metafora universale della fiaba. Forse che Dio diede sostanza alla neve per non dimenticare la negligenza dell’assenza? Il dolore ha sempre un che di bianco. Si può accendere però un sogno. In questa bellissima i falò onirici, per contrasto, fanno poesia.
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molto bella ed evocativa. bel lavoro
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La pace passa attraverso il freddo e l’immobilità del ghiaccio. Fiumi che dopo aver eroso la terra dell’orgoglio ne fanno stalattiti e stalagmiti. Pilastri saldi su cui poter costruire nuovi mondi. L’aurora boreale non è un alba, né un nuovo inizio, ma un’illusione di bellezza creata da ciò che la circonda. Trovo una tristezza illimitata in questo ghiaccio e neve che tutto copre, ma anche un tenero desiderio di trasformare in bello il sacrificio. Speriamo che questa neve non duri a lungo e non resti trincea in cui nascondere le armi. Speriamo che giunga un sole potente a scioglierla, a farne un mare su cui volare verso altri lidi. Speriamo che una nuova primavera, trapuntata di cieli stellati, arrivi rivelando il rifiorire di quella purezza tanto agognata.
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-A mio marito-
Sprofonderò sempre
nell’abbraccio dei nostri giorni.
E mi appoggerò a te
come tronco dei miei anni.
Respirerò spruzzi di resina
come colla che ci ha uniti
e resisterò, con te,
ad ogni strattonata dal vento.
Le tue operose braccia,
come fronde
protese a sostenere
il nostro nido,
sono trincee che mi proteggono
dagli spari della vita.
Le smaglianti foglie
del tuo vigore
germogliano sulla mia pelle
come fiori purpurei
che profumano di miele.
Compagno per la vita
e padre per sempre,
sei parte di me,
sei parte di noi…
Insieme la vita
è pioggia di sole
è raggio di fonte
è stella d’inverno
è mare d’agosto.
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Credo di non aver mai letto dedica al proprio compagno di vita, più sublime di questa.
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Grazie Claudia😊
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Che meraviglia, questo canto d’amore che coinvolge la vita di coppia in un abbraccio con il mondo intero. La felicità è tutta racchiusa in questa unione cosí forte da sfidare ogni avversità dell’universo, e così armoniosa da condividerne ogni intima bellezza.
Bellissima e solare!!
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Amore puro ❤
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-CoscienteMente-
Violentemente mi accingo a sorridere.
Violentemente anticipo le avversità.
Violentemente accetto la frenetica e violenta esigenza di pace.
Guardando la realtà posso solo subirla.
Sezionando i turbamenti perdo vitalità.
Rovistando nell’idiozia non giungo alla soluzione.
Quanta stupidità deve ancora versare la fonte
prima di colmare l’irreversibile presunzione?
Quante lacrime dovranno versarsi
prima che il giallo degli occhi si prosciughi?
Quanta impalpabile malinconia, farà desistere il progetto iniziale?
Domani sarà troppo tardi,
oggi è il giorno giusto,
l’unione è l’unica soluzione.
Le lacrime cambiano sguardo.
Le orecchie sentono il fruscio dei colori.
Le mani stringono mani.
Solenne, è arrivato il momento di accettare il coraggio,
impone di evacuare le budella dalle paure.
Pensieri nuovi scollegati dal passato.
I soldi, la moda, l’ansia, il bianco, il nero e i colori.
Svuotando i significati, mi riconosco davvero.
Assaggiando la Carruba non divento un maiale.
Odorando il profumo di una rosa non divento.
Violentemente mi accingo a sorridere.
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Quanto è bella, Zose. La sento tutta!
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Grazie Claudia, quando l’ho scritta era il momento di esibire il mio manifesto, la mia determinazione. Siamo Autori in Evoluzione!
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Straordinariamente perfetta, questo è il momento di trovare i coraggio e tornare a sorridere. poniamo fine alla violenza e alle manipolazioni. Complimenti Giuseppe.
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Grazie Luisa, gli AUTORI IN EVOLUZIONE a mio parere hanno il dovere di rappresentare la bellezza e il coraggio della poesia, ultimo e perenne baluardo a nostra difesa.
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Wow!! 😀
Come proclamare poeticamente al mondo il proprio Dissenso in modo forte e chiaro!
Una dichiarazione molto potente, che invita a leggerne tra le righe tutte le possibili conseguenze sul futuro.
Molto bella e anche “politicamente” interessante! 😍🌸
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Grazie Donatella! C’è cosi tanto da dire che il tuo “invita a leggere tra le righe”, mi rincuora
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Quanto costrutto artificiale ci fasciano addosso fin dal nostro primo vagito. Quanta fatica eliminare ad una ad una le bende che ci svelano. Quanta paura guardarsi allo specchio senza riconoscersi. Eppure quando finalmente apriamo gli occhi e guardiamo le nostre nude anime, sentendo il freddo che le circonda, esili ali di farfalla emergono dalla crosta di crisalide frantumata che ci avvolgeva. Breve la vita che resta, spiegare le ali un comandamento! Bellissima! e tanto tanto profondamente vera! ❤
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La coscienza di utilizzare la mente senza esserne schiavo. Comprendere che il passato è fatto di ricordi e il futuro di speranze. Solo il presente è uguale a vivere. Solo con un “lungo” e “tortuoso” viaggio spirituale si imparerà a vivere nel Hic et nunc e ad utilizzare “il potere di adesso” come ha scritto Tolle.
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Quando si raggiunge un altro livello di consapevolezza diventiamo “maestri di noi stessi” e non abbiamo più bisogno di assecondare chi tentava di convogliarci sui propri binari. Bella Gius!
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-Sento i sepolcri schiudersi –
Il freddo sta passando
al rallentatore
quasi temesse il suo fato:
un becco di rondine in petto
e un altro a strappargli la lingua
così non lecca più le ossa
Il resto è già neve
che inverdisce
e un gran girandolare
di pollini e insetti
Il resto è solo un guanto
che sbuca dal bucato
e l’altro non lo so
ma tanto adesso è aprile,
non serve
Il resto è un affarino natalizio
da riporre nel cassetto dei cazzilli
-meglio tardi che mai
e tele di ragno
da disfare con la scopa
e mazzi di gatto per casa
mentre lui sta in terrazzo
a dormigliare
Il freddo sta passando
piano piano
ma sta passando,
sento i sepolcri schiudersi
che meraviglia.
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Bellissima questa tua poetica e dolcissima interpretazione delle pulizie di primavera della casa dell’animo.
Vedo la primavera sorridere mentre insegue il tuo ondivago girovagare alla ricerca di oggetti e ricordi da archiviare…
Molto solare, la sento infondermi una grande speranza! Grazie, Claudia!! ❤️
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Delicato preludio Pasquale, sotto il cielo di aprile, pulisce e rinfresca gli animi, sciogliendoli dal gelido inverno del cuore. Complimenti.
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gran pezzo. efficace nel suo carosello di immagini invernali e pulizie stagionali.
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Sei stupenda e scrivi poesie universali. Sono scene di vita e di bellezza queste nuove calde energie che ci pervadono quando la neve, come giustamente osservi, inverdisce ❤
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-Paesaggi-
Vedo cieli dilaniati,
gioco con seducenti fate.
Nella strada osservo una squallida camera d’albergo
ho l’estro delle immagini indefinite.
Un discorso senza parole riveste scene infinite
l’ombra racchiude sfumature rosa.
La Natura scrive suoni blu,
non riesco a comprende i suoi pensieri.
I colori mi sfuggono,
resto cieco davanti alle parole.
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Una bellissima descrizione dell’incanto che si prova al cospetto delle meraviglie della Natura, al punto che le parole svaniscono e di esse resta sospesa nell’aria soltanto la musica. ❤️
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Grazie per le tue belle parole.
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I colori che sfuggono, sono il risultato dei cieli dilaniati il cui residuo resta una sfumatura rosea, che lascia perplessi. Io vedo questo silenzio di parole, come una resa di fronte a tanto disincantato mondo. Molto bella.
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Spesso il silenzio ci porta le spiegazioni più complicate da comprendere.
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La bellezza toglie il fiato in chi sa coglierla.
Nessuna descrizione può renderle omaggio senza toglierle qualcosa e allora il corpo ci viene in aiuto lasciandoci muti.
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-Sa Pippia-
Ciao piccola! Che fai bambino?
Guarda che bello!
Ieri ero triste, ho regalato le mie lacrime ai sassi,
Oggi le vado a trovare, sono ancora vive lì sotto
Un lombrico le gusta, una formica ha scavato,
Un semino è germogliato
Sto costruendo un nuraghe in questo giardino
Non so perché
Ho tagliato anche canne sottili
Non so perché
Ho chiamato altri bambini a giocare
Poi ho pensato a te
Conosci il ballo tondo?
E le launeddas?
Ho immaginato di farli vibrare in me
Ti voglio bene piccola
Giochi con me?
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Tenera come l’innocenza e la semplicità dei bimbi che ti invitano a giocare con loro.
Bella! 😀
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Un ritorno al passato, agli innocenti giochi dei bambini, per strada o nei campi. Un interagire ormai lontano, sapore nostalgico di semplicità.
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Sono d’accordo! Diciamoglielo ogni tanto, no ogni spesso, al nostro bambino interiore che noi lo amiamo e siamo contenti di giocare con lui ❤
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-Utopia d’amore-
Nei lividi pensieri,
nei baci mai dimenticati
nel silenzioso abbraccio
in quell’attimo d’amore lontano
io ti ricordo…
E così
quando i ricordi
mi tramontano addosso
divento un cielo
tappezzato di nuvole
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Molto passionale e concreta, nell’addensarsi di quelle nubi in cui viaggiano i ricordi, che traghettano l’animo dal chiaro del giorno al buio della sera… Interessante, intensa, sincera.
Mi piace molto! 😀
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Ricordi struggenti di un amore evidentemente impossibile. Bei versi
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L’amore che non si vuol lasciare andare, resta imprigionato nei ricordi del cuore, quasi a rifiutarne la fine. Toccante.
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-La via delle farfalle-
Potrei durare un giorno, una settimana, un anno, dieci o forse più.
Quando la mia strada incontrerà la tua, risponderò alla tua domanda.
Se vorrai che sia veloce,
lo sarò,
e se mi chiedi lentezza
sarà faticoso,
ma rallenterò.
E poi dimmi che tutto ciò di cui hai bisogno ora si trova nei miei occhi,
non puoi non guardarli..
Si troverà la pienezza in un momento presente
e ci accontenteremo del massimo.
Per la strada delle farfalle ci si taglia via quando la missione è compiuta.
E loro lo sanno che sono belle da morire,
la loro vita è dentro quell’attimo di splendore che stavi cercando,
le ammiri,
saluti,
e vanno via..
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L’incontro di due corpi e due anime che per volare insieme si scambiano reciprocamente le ali colorate.
Delicata e leggera come la vita effimera delle farfalle narrate.
Ma anche le cose effimere hanno la loro grande bellezza! 😀🌸
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Ognuno percepisce nel suo piccolo qualcosa di suo che ha vissuto, non con tutti gli spiriti della terra si portano a compimento le opere della creazione, con qualcuno, semplicemente ci si vive per un po’.
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Bello incontrarsi e cogliere l’attimo, come le farfalle, che hanno vita breve e vanno, dopo aver gustato ogni nettare, leggere incontro al destino. Molto bella l’immagine.
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Creare l’immagine attraverso la scrittura mi appaga.
Grazie del commento
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-Di…vento-
Oscillo
Divento vortice
Mi infilo come proiettile
nel fondo più profondo
dell’ inutilità
Graffio la roccia
Lascio tracce di me
È questo il succo spremuto
Di una vita virtuale
Come sogno
Proiezione di pensiero
Che sfuma in ombra
Resta il suo profumo
Di fatua vittoria.
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Siamo come tracce di brezza che in una toccata e fuga accarezza il mondo e vola altrove. Eterea e limpida. bella! 😀
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-La frontiera-
Bevo un caffè in terrazza,
un muro non altissimo
la frontiera
separa casa dal Giappone*
Vaneggio.
Sono qua
e allo stesso tempo
dall’altra parte della frontiera, con te!
Rivedo i tuoi occhi
e incontro la parte di me persa lì dentro,
in quelle profondità,
per sempre.
Un cane abbaia, il cane di Gambadilegno**,
e mi riporta alla realtà
Cerco di stare ancora un po lì,
vedendomi felice nell’osservare la mia mano
ormai persa nella bellezza del tuo corpo.
Il passato.
Scrivo, il presente.
(Note:
* Il Giappone è un’abitazione, rinominata così per delle somiglianze con la nazione asiatica. La frontiera, in sostanza un muro, separa le due case.
** Il nome che viene attribuito al nuovo inquilino dell’abitazione. Non è più presente la donna, ora il Giappone è occupato da Gambadilegno.)
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Un racconto molto particolare, a metà strada tra realtà e fantasia.
Come se lo sguardo posandosi sulla casa di fronte avesse preso il volo cominciando a fantasticare su ipotetiche possibilità… bello e inquietante! 😀🌸
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Grazie per il tuo punto di vista…
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originale, innovativa e interessante. bel pezzo.
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Grazie Sara
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Quasi un corto metraggio, un surreale epitaffio, epigrafico. Un sovra-pensiero di un attimo, un fleshback, un’onda di risacca che giunge a riva per un attimo con la nostalgia di un passato che fu felice e subito ti riporta al presente, anche se, forse per un istante solo, vorresti vivere ancora lì nel passato. Molto originale.
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Che dire?
Quanto piacere nel leggere questo commento.
Grazie!
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-Il bersaglio-
Mi chiedo perché tante persone
invece di andar dritto
al loro sincero obiettivo
si sforzano e lottano
andando contro
quello che è
l’esatto contrario,
spesso ottenendo
e amplificando
proprio ciò
che non vorrebbero.
Se vuoi la pace, vivi per essa,
diventa la pace,
diventa armonia,
illumina il mondo con gentilezza.
Se vuoi rispetto,
libertà e amore
per ogni individuo,
che sia uomo, donna
o bambino,
di ogni colore, religione
od orientamento sessuale,
vivi per questi valori,
rispetta te stesso
e chi ti sta intorno,
vivi il rispetto
in ogni sua forma.
Andare contro
ciò che non si vuole
è fatica sprecata
e gli si dà più potere,
mira il bersaglio
e scaglia la freccia,
sinceramente e
con tutto l’ardore
sugli obiettivi
che hai nel cuore.
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Versi molto intelligenti. Ci si deve sforzare di assomigliare alle parole di pace e libertà; parole che vengono pronunciate forse con troppa superficialità, se poi i fatti le smentiscono più che talvolta.
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Centrare un obbiettivo non è per niente facile, anche quando quell’obbiettivo ce l’hai negli occhi, nel sangue e dentro il cuore.
Perché per prendere bene la mira occorre tanta pazienza, concentrazione ed esercizio, come nella pratica zen del tiro con l’arco. ❤️
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Verissimo Claudia … Grazie 😘
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Hai ragione Donatella, ma è ancora più difficile quando non si è allineati con il proprio desiderio … Grazie 😘
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Desidero spiegare meglio un concetto che è molto più ampio del realizzare i propri desideri personali (ma è valido a maggior ragione anche per essi.)
Maria Teresa di Calcutta diceva: “Qualcuno mi ha chiesto perché non partecipo a manifestazioni contro la guerra. Ho risposto che non lo farò mai. Ma sono pronta a partecipare a qualunque manifestazione per la pace.”
Può sembrare la stessa cosa, ma non lo è … La maggior parte delle lotte vengono fatte contro qualcosa: la guerra, la violenza, ecc… Puntare verso il proprio obiettivo significa lottare per la pace e non contro la guerra, perché quello su cui ci concentriamo aumenta di potere, stesso discorso per ogni forma di violenza… Questo è il mio pensiero … Grazie
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mi ricorda tanto la storia indiana dei due lupi, uno buono e l’altro cattivo. Chi vive? Chi sfami. Bella bella!
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-Pelle-
Epicentro
Vetrata
Sofficità e durezza
Calore e gelo
Filosofiche contraddizioni
Ti incontrai dentro uno spiraglio
in punta di sguardo
E ti persi
in un oceano di giorni
mentre gocciolava il tempo
Amandomi ti consumavi
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Sintetica e splendida
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Quando l’amore non regge allo stillicidio dei giorni uguali, non è l’amore da cambiare, ma i giorni.
Per non consumarsi la fiamma deve essere leggera, ondeggiare piano ogni tanto, e impegnarsi a non scottare mai le dita che delicatamente la sfiorano.
Ma non tutte le fiamme sono fatte per durare.
Una lirica malinconica, dal gusto amaro del rimpianto.
Molto bella, comunque! 😀🌸
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Tristissima, una ferita al cuore! ❤
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-La prima volta che…-
La prima volta che mia figlia mi abbracciò accadde una magia.
Quel giorno, mentre giocava con l’orsacchiotto di pezza, appoggiai la guancia sul suo cuoricino.
Adoravo ascoltare quel battito di gioia arrivato a riempire il mio vuoto infinito.
Era piccina, ma all’improvviso mi strinse forte a sé con le braccia.
In quel momento, con l’orsacchiotto che mi pendeva dalla schiena, i nostri ruoli si scambiarono.
D’un tratto mi sentii indifesa tra le braccia di un amore sconfinato, talmente puro da fare male al cuore.
In quell’istante compresi quanto bisogno avesse mia madre di me.
Lei era una donna semplice.
Le bastava poco per essere felice: una manciata di liquirizie o una preziosa passeggiata a braccetto col nonno. Si lasciava rapire dal candore di un giardino pieno di margherite e si stupiva osservando le mille lancette disposte a formare il cerchio perfetto del tarassaco. Amava farmi riflettere sulle complicate architetture della Natura mentre io desideravo solo carezze!
Compresi presto che insegnarle ad affrontare la realtà sarebbe stato come costringere il mare in un secchiello.
Impacciata nel frastuono del mondo, lasciai che trovasse rifugio nella quiete della campagna.
E ora che non c’è più io faccio lo stesso. Ascolto il vento…
Lascio che la Natura mi faccia da mamma perché lei è lì e io so dove trovarla.
La prima volta che mia figlia mi abbracciò accadde una magia.
Riscoprii la verità che la sabbia del tempo aveva un po’ seppellito: la consapevolezza di essere stata una bimba molto amata.
Quel giorno volli mostrarle mia madre.
Appoggiai l’orsacchiotto e le misi tra le mani una fotografia in bianco e nero. Piccola e sgualcita, l’istantanea ritraeva una dolce bambinetta seduta sul banco di scuola.
Sussultai rendendomi conto di quanto mia figlia le assomigliasse!
Riconobbi gli stessi boccoli, le stesse lentiggini…
Guardai gli occhietti curiosi della mia piccola e capii che possedevano anche lo stesso sorriso.
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L’emozione della realtà
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Credo di non aver mai letto dedica al proprio compagno di vita, più sublime di questa.
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Che meraviglia, questo canto d’amore che coinvolge la vita di coppia in un abbraccio con il mondo intero. La felicità è tutta racchiusa in questa unione cosí forte da sfidare ogni avversità dell’universo, e così armoniosa da condividerne ogni intima bellezza.
Bellissima e solare!! ❤️
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Troppo commovente questo brano. Bellissimo!
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Grazie mille, Claudia!
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Magica come l’amore di una madre e quello di una figlia, che un giorno sarà a sua volta madre quasi dimenticando di esser stata figlia…
Che splendida sensazione, anche per me che sono stata figlia, e poi madre della mia stessa madre – perché quando il cerchio della vita si chiude sugli anni, anche le madri ritornano bambine.
Mi sono davvero commossa.
Che bella!! 😍🌸
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Grazie Donatella, hai compreso perfettamente il senso del mio racconto, e per questo sono contenta!
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Questo brano mi ha toccato il cuore. Ha evocato in me l’immagine della Matriosca, tante bamboline tutte uguali, ciascuna delle quali si fa in due per ospitarne un’altra… come le generazioni di figlie che diventeranno madri e di madri che diventano figlie. Super ❤
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“L’acqua, il vento e il cielo”
L’acqua si fece chiara
e il cielo
ebbe paura.
Corse oltre le nubi
e puntò
all’atmosfera,
bucandola
come un sogno
per perdersi tra le stelle,
per non saper
più nulla
delle umane emozioni.
Ma il vento
sussurrò
alla superficie limpida
lunghe parole
d’amore
e l’acqua non evaporò.
Non seguì il cielo
fuggito
all’orizzonte,
ma scelse di restare,
per dissetare gli animi
e ogni forma di vita
fuori e dentro
il suo lago.
Donatella Sarchini
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Mi piace molto. Una placida e altruistica passeggiata in campagna
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Grazie, Giuseppe!! 😍
Ho scritto questa lirica durante l’estate del 2017, quando ero al mio paese sul Trasimeno e vedevamo il livello del lago calare inesorabilmente, giorno dopo giorno, a poco a poco.
Quell’anno non ha piovuto per 5 mesi di seguito, e si è sfiorato il disastro ambientale
Per questo pregai a lungo la Dea Madre Acqua, perché non facesse morire il Lago e le sue creature.
Per fortuna sono stata esaudita! ❤️❤️
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L’acqua elemento purificatore delle nostre sconfitte e delle nostre paure, splendida metafora di vita, su versi leggeri, delicati come un battito d’ali.
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Grazie mille, Luisa!!😀🌸
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Che delicatezza, Donatella cara. Quanto mi piacciono questi tuoi versi. Il tuo lago forse ti ha ispirata!
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Proprio così, Claudia! il mio adorato Lago è sempre fonte di grande ispirazione per me.
Quante storie ho immaginato, sedendo sulla sua riva in silenzio, ad ascoltare le sue acque e le emozioni che lo abitano!
Grazie di cuore!!❤️😍
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E’ proprio vero che gli elementi comunicano e cooperano tra loro. Ma solo chi sa osservare e gioire con innocenza riesce a godere dei loro dialoghi. Una preghiera a mamma Gaia e a babbo Cielo ❤
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un inno all’esistenza delle cose cosí come stanno, come fenomeni atmosferici, i quattro elementi. pura nella sua sconfinata stanza dei significati
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Grazie mille per la tua lettura, Sara! 🙂
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Un quadro ed al contempo una favola. Mi ha ricordato certe descrizioni delle favole africane. Leggende dove gli elementi della natura prendono vita e sembianze umane. Molto bella! ❤
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-Torneremo allora –
torneremo allora
a prenderci cura
degli arrivi, degli incontri
di quanto diamo per scontato
di questo disperato grazie
che ci scampa
ci scampa tutti
torneremo allora
a custodirci
a proteggere
tutto quello sfiorare
di anime e pelle
a benedirle
le parole salve degli sconosciuti
torneremo allora
a guardarci negli occhi
e non serviranno più
le parole
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Bella davvero. non servono altre parole…Brava.
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grazie Luisa
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Molto accorata e carica del desiderio di poter essere di nuovo fiduciosi nel futuro.
Bella e intensa! 😀🌸
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Torneremo a Essere Umani. E’ una certezza! Grazie
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-Le regole dell’anima-
Non è vero che l’anima è invisibile,
quando c’è e ce n’è tanta
è
la prima cosa che vedi,
prima ancora dell’altezza,
dei colori e della fisionomia.
A volte la senti, prima ancora
di vederla per la prima volta.
A volte va spiata negli occhi,
tra le rughe della bocca e nelle posture.
A volte è spenta dalla vita e
nascosta così bene che solo
un’anima caparbia l’ha trovata.
A volte non c’è e non c’è mai stata.
Altre se n’è andata, forse perché
chi la possedeva non l’ha meritata.
Altre ancora è cambiata, dentro a chi
non l’ha mai ascoltata.
Molte volte dura l’istante d’un fiore appena sbocciato,
-una-
per sempre
nel profilo della strada in cui t’ho incontrato.
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L’anima si percepisce e non si vede, si indovina negli occhi di chi ne è generosamente portatore. E’ indispensabile per vivere le emozioni. Bella.
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La presenza vera di una persona è quacosa di indefinibile, impalpabile, che va nettamente al di là della sua presenza fisica.
E quando si riesce a percepirla è come se quella persona brillasse di luce propria in mezzo a una folla sconosciuta.
Molto bella! 😀🌸
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Stupenda! Di una sensibilità superiore. Grazie ❤
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-Incontro-
Ho visto i tuoi occhi
Pozzi profondi
in attesa
Viaggiare in direzioni opposte
Li ho accarezzati con i miei
Treni in corsa su binari veloci
Sogni tra capelli
Colori forti
capaci di andare oltre domande di carta…
Attimo di Vita.
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Stupendi i versi, attimi di vita… veri. Brava.
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Un flash improvviso, un’esplosione di colori vividi che resterà nella memoria per sempre come il ricordo di un momento indimenticabile.
Siamo fatti anche di questi attimi, che arricchiscono di gioia la vita.
Bella e romantica! 🌸😀
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-Game over-
Aveva un fucile di plastica e sorrideva, mirava alla gente e rideva, Fiero di mostrare la sua Winchester, un regalo di sua madre, che in quel momento gli dava le spalle.
3 euro: un vero affare. Ho aspettato un altro autobus, ho pensato: un ragazzino armato di cattivi pensieri, sparerà.
Quando sua madre è tornata, gli ha dato una scatola. Lui mise giù il fucile e mi guardò sorridendo.
4:45 pm Etoile Bourse, Super Mario mi ha ucciso.
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per fortuna era solo un gioco…
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Una storia fatta di frammenti, di sguardi sul viandare, sul reale e
sull ‘universo fasullo del videogioco. Al chiuso delle parol e ci sono armi, giocattoli, attese, anonimato. Una pistola da pochi euro ad inventare una sparatoria fantasiosa.
Meglio cambiare tram e spostare indietro la vita, prima che il pensiero uccida. L’ arma è realistica. Tanto è vero che giunge
super Mario e uccide, ma non per sempre.
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I videogiochi violenti mi hanno sempre fatto impressione, perché nella finzione scenica l’utente scarica comunque tutto il suo potenziale di aggressività, senza ritegno e senza alcun rimorso, dicendo tranquillamente a se stesso che è soltanto un gioco…
Ma anche se le armi sono finte l’aggressività esiste davvero, dentro e fuori dal gioco.
Ed è quella che bisognerebbe uccidere al più presto, prima del game over.
Un racconto flash molto interessante e utile, carico di immagini scioccanti che fanmo riflettere sulla vita, che in realtà non è mai un gioco. ❤️
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Risposta di getto alla domanda “e tu Roberta, che proponi?”
Io propongo:
1. di porre fine agli esperimenti di geoingegneria che sono la vera causa delle modificazioni climatiche (anzi della guerra climatica perchè bisogna chiamare le cose con il loro vero nome). L’emissione di co2 è solo una parte del problema che causa l’inquinamento (non sono certa che causi il surriscaldamento globale perchè ci sono teorie scientifiche differenti al riguardo).
2. propongo la fine di questo sistema capitalistico neoliberista che è quella politica economica che ci ha portato a questo livello di vita scellerato (e che si approprierà anche di quella pseudo rivoluzione ecologica e ambientale fornendo soluzioni fasulle al problema che loro stessi hanno creato). Ne stanno già discutendo all’Onu di queste soluzioni e temo che le decisioni non vadano a favore della nostra felicità. Ufficializzeranno le sperimentazioni di geoingegneria finora tenute segrete?
3. propongo di porre fine a questo terrorismo mediatico sulla fine del mondo proposto ai bambini. Non è seminando il panico tra gente che si risolvono i problemi. La via della paura per far prendere consapevolezza non la trovo tanto saggia e mi fa tornare alla mente certe dittature.
4. propongo la fine della pedolatria, cioè l’uso dei minori per propaganda.
5. propongo il premio Nobel per la pace per tutti quei bambini e adulti sfruttati nei sistemi coloniali per estrarre quelle materie che ci hanno consentito sino a oggi il nostro fasullo benessere, materie che oggi i grandi potenti della terra abbandoneranno in parte (e non certo su richiesta di Greta) perchè si stanno ponendo le basi di una nuova rivoluzione ecologica in cui serviranno altre materie (come cobalto, litio, coltan – presenti in Venezuela, Congo, Niger). Nuove guerre democratiche arriveranno probabilmente per accaparrarsi queste materie?
6. propongo di andare in piazza in massa ad osteggiare la rivoluzione tecnologica del 5g, causa mortale di inquinamento elettromagnetico che il co2, in confronto, è una barzelletta.
7. propongo di aprire le nostre menti ad una visione critica della società ragionando non a compartimenti stagni ma mettendo insieme tutti i pezzi del puzzle, gli interessi in gioco e vedere come sono tra loro collegati in una visione di insieme.
8. propongo la fine degli slogan astratti e fine a se stessi tipo “difendiamo l’ambiente!!!” ma poi da che cosa dobbiamo difenderlo non lo si dice esplicitamente… Slogan belli e sentimentali.
9. propongo un’educazione razionale ed emotiva per renderci conto di quando una propaganda ci acchiappa emozionalmente riducendo invece la nostra capacità critica e riflessiva.
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La parola “propongo ” è la sintesi del senso e dell’esistenza degli Autori in Evoluzione. Grazie di avercelo ricordato Roberta!
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Quanto sono d’accordo con queste tue proposte. E sono ancora più d’accordo col suggerimento finale…c’è chi si fa prendere per il culo e chi per il cuore e non va bene.
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È giusto e sacrosanto farsi delle proprie idee su come si vorrebbe cambiare il mondo, e su quali siano le cose che non vanno bene, e che ci si debba impegnare a cambiare.
Perché anche se è molto difficile che due persone la pensino esattamente allo stesso modo, è solo dal confronto reciproco che potrà scaturire qualcosa di buono.
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e io mi associo alla tua proposta! 🙂
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ACCETTO IL REGOLAMENTO
-La maniglia-
Io lo so che gli alberi cadranno,
che i nomi iniziano e finiscono
come tutte le parole. La vedo
la notte che si spezza quando l’altro
margine del mondo la reclama.
Lo so che i fiori si consumano
in fretta, e non restano che i solchi
dove si faceva primavera.
So anche che la porta
delle stanze lascia entrare e lascia uscire.
Ma tu dimmi che ho sbagliato questi versi;
usa la maniglia
una volta soltanto:
poi frantumala.
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Molto particolare, insolito scorrere di versi che toccano nel profondo. Bella.
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Notevole
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Che bello sarebbe poter rendere eterni la vita e l’amore.
Ma nell’immaginazione si può, e si deve, aprire la porta, entrare e poi frantumare per sempre la maniglia! ❤️
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-Il temporale-
Amo il temporale, quel movimento di colori nel cielo, quando il grigio è quasi blu. Quel caos affascinante di rumori potenti che mi regalano compagnia, suoni che riempiono con prepotenza silenzi non voluti. Adoro quel profumo che impregna l’aria un attimo prima in cui l’acqua del cielo decide di donarsi alla terra, fragranza di natura indomabile. Me lo godo seduta su un tronco, regalo di oceano, con gli occhi verso il mare e il cuore verso il presente. Ogni lampo un sospiro, ogni tuono un sorriso, conto i secondi tra la luce e il rombo, a volte non faccio in tempo e i sospiri sono sorrisi, i sorrisi sono sospiri.
Che meraviglia il temporale, il cielo e il mare, il dolce e il salato si incontrano e danzano fino a mischiarsi in una inesorabile e inseparabile unione. Un poco chiudo gli occhi e una carezza mi sfiora il viso, un soffio che sa di tenerezza e un abbraccio forte come il temporale che mi dona grazia e sicurezza, lui è qui accanto a me, il tronco è una comoda poltrona per due, insieme e zitti lasciamo parlare il cielo..
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Bella descrizione di un attimo magico, atmosfera intima legata al piacere di condividere nel silenzio un’emozione con qualcuno di speciale. Brava.
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Grazie di cuore.
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Il temporale estivo, le passeggiate fradice d’acqua, giocare come bimbi nelle pozzanghere e tornare a casa inzuppati di felicità.
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La notte è magica, nel bene e nel male, anche nel ricordo di qualcuno che ci manca, l’emozione è qualcosa di tangibile e i versi la sanno descrivere perfettamente.
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È bellissimo condividere con chi si ama le emozioni che si provano al cospetto della geandiosità della Natura.
E assistere a un temporale, mano nella mano e con i piedi ben comodi e all’asciutto, è un’esperienza davvero niente male! 😍😍
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Stupenda! Ho sentito quell’odore di cui parli
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-Castelli di sabbia-
Non disperare figliolo.
A chi insinua
che non serve più
costruire castelli di sabbia
che si frantumano
al primo abbraccio
dell’onda del mare
Al mondo
al futuro
a noi stessi
basta ciò che resta
i sogni
quelli di un bambino
che nel vento si disperdono
e non appartengono più a lui
Liberi
non più prigionieri in un castello
ovunque e da chiunque
se colti e amati
si mutano quasi sempre in realtà
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Mai smettere di sognare, è la salvezza dell’anima. Versi colmi di sensazioni vere.
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Che bella poesia.
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I nostri castelli di sabbia o di aria dobbiamo sempre costruirli, ogni volta che ne sentiamo il desiderio e il bisogno.
Perché anche noi esseri umani siamo fatti di sabbia, di aria, e di tutto ciò che è effimero nell’universo.
E sognare è alla portata di tutti, perché non costa niente.
Molto bella! 😀🌸
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Luisa Cagnassi
Accetto il regolamento
Amami
Innamorati di me,
del chiarore dei miei occhi
dei profondi miei silenzi,
quando tremo se mi tocchi.
Innamorati di me,
del sorriso mio sincero,
di una lacrima che sfugge
mentre il cielo si fa scuro.
Innamorati di me,
per l’amore che ti dono,
il legame che ci unisce,
si trasforma in dolce suono.
Innamorati di me,
ogni giorno è una conquista
che riaccende la passione,
è prezioso ciò che resta.
Innamorati di me,
lungo il viale del tramonto
se alla fine del sentiero,
a te dedico ancora un canto.
Innamorati di me,
di una vita condivisa,
tra i respiri del passato,
di una fiamma ancora accesa.
Luisa Cagnassi
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Un invito a coltivare l’amore sempre, nella buona e nella cattiva sorte, perché non appassisca mai nel tempo.
Un’esortazione molto sincera e appassionata, nella sua estrema e limpida semplicità!
Mi piace molto! 😍🌸
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Grazie di cuore Donatella.
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Molto bella sembra una canzone
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In effetti i versi sono nati così, sull’eco di un motivo musicale, ma senza che me ne rendessi conto. Grazie Lea, mi fa molto piacere.
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anche io mi ispiro molte volte con la musica, mi piacerebbe sapere, se te lo ricordi, cosa stavi ascoltando, grazie 🙂
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Dolcissima, delicata e tanto tanto bella!
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-Ma stanno tutti bene-
Al primo piano interno 3 ce sta Adunini, che è cingalese e c’ha la panza perché s’abbotta de caramelle. Adunini, che nel palazzo chiamamo Gino pe’ semplicità, c’ha ‘na specie de contratto d’affitto al cubo. Lui è il settimo de ‘na catena de subaffitti. Un quarto de stanza per uno e c’è posto pe’ tutti. E così, quei quattro spicci stronzi che alza vendendo fazzoletti e ombrellini cinesi al semaforo je abbastano pe’ copri’ la parte sua de canone. Adunini detto Gino sorride sempre, è consumato come l’asfalto de via del Corso. Ma c’ha più stile.
Ma stanno tutti bene.
All’Eur, do’ lavoro io, ce sta er baretto trattoria, presidio a tutela della scortesia ristoratrice, fiero nemico delle enoteche fighette di viale Europa. Brutta gente gira alla locanda, ma schietta. Il clima è bono, come in montagna. Oggi lui e lei, i titolati titolari, ‘nartro po’ e se scannano pe’ ‘na amatriciana che aveva perso er destinatario. Che poi era er galantuomo de fronte impegnato con collega a da’ der cojone ar capo loro pe’ ‘na storia de soldi, de premi e de pensioni. E stanno tutti bene, penso
Tre rappresentanti farmaceutici in trasferta se stanno a acchitta’ i rimborsi della giornata romana. Senza pietà, manco pe’ se stessi. Li ascolto senza volello. E stanno tutti bene
(profetablasfemo.com)
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-Urla il mio cuore-
Tu lo senti
Amico
Nemico
Che hai dato luce e buio ai nostri giorni.
è valsa la pena averti vissuto
amico
Nemico
Dei tuoi giorni.
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Certi amori sono ambivalenti, sono inondati di luci ed ombre. In effetti nella relazione siamo esposti sempre all’ abbaglio dell’amico nemico. Ogni amore occupa spazi, è portatore di luce e di ombre.
Ci troviamo così faccia a faccia con l’ oscurità che ci abita, in quel luogo conflittuale interiore che ci fa nemici a noi stessi.
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Ci sono persone incapaci di amare, malgrado tutti i loro sforzi.
E innamorarsi di persone simili è una sfortuna e un guaio.
L’importante è riuscire a uscire dalla storia prima che sia troppo tardi…
Ed è giustissimo ribadire che esistono anche queste realtà sconcertanti. Brava!! 😀👍🌸
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Stanno tutti bene, sono messi come il resto del mondo, più o meno tutti si scannano, senza dignità e pensano di esser più furbi del resto dell’umanità.
Brava.
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Il mondo che non vorremmo mai vedere, quando nella sua banale mediocrità ci sfiora con le sue unghie maldedtre mentre gli transitiamo accanto.
Il volto triste e becero dell’umanità, però esiste.
E dobbiamo farci i conti tutti i giorni…
Ignorarlo sarebbe fare come gli struzzi – e non è proprio il caso, specialmente se si vorrebbe tentare di fare qualcosa di concreto per cambiarlo!
Un “giù la maschera” doveroso e civile.
Mi piace molto! 😀👍
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Ricordo il racconto di quando vincesti il contest, anche questo è molto bello!
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dalle mie parti diciamo tuttappost! per non gironzolare nel labirinto della negatività, meglio chiudere gli argomenti così! Sta bene! 🙂
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Accetto regolamento
Trova un attimo nel tuo cuore
nella pausa silenziosa tra un battito e quello dopo
Un apnea di attimi
che linfano energie
Bagnati di quel che resta
della rugiada al passar del mattino
Se scappi fallo all’alba
Non c’è bisogno di lasciar parole
Lasciamo quel che resta della notte
tra le ombre e i tuoi profili
Sai che adoro la tua schiena
E i tuoi si senza rifugio
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Mi è arrivata l’impressione che questa poesia esistesse da sempre. Molto bella Angelo!
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Se scappi fallo all’alba…
Come un sogno…
Bellissima, profonda, vedo una città addormentata nel fondo delle tue parole.
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Profuma di passione, molto bella.
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Magiche parole, dopo un’altrettanto magica notte.
Un’ottima celebrazione dell’indefinibile. Bella! 😍🌸
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Molto bella! L’incanto di una magia d’amore tanto meraviglioso da far paura. Tanto meraviglioso che la notte dovrebbe durare in eterno. Bella!
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Accetto il regolamento.
LE PAROLE NON DETTE
Le parole non dette
muoion d’arsura, di fremiti
vespai di cupa inquietudine
perdono fiato, e più sillabe
diventan pietre allo stomaco
balbettii incespicanti
nei circospetti silenzi
scemano stupidamente
dimenticando esse stesse
per chi non fu quel “ti amo”
o il soffocato “ti odio”
autoingoiatosi vile…
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Un’ossevazione molto interessante.
Perché bisognerebbe sempre potersi esprimere liberamente, ma a volte invece non si può, oppure si arriva troppo tardi, oltre il tempo massimo concesso.
E allora è meglio vomitarle alla Luna, le parole non dette, e liberare per sempte il cuore e lo stomaco dal peso.
Per poi rimettersi in cammino con parole nuove. ❤️🌹
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Accetto il regolamento.
Mi avvalgo della facoltà di non rispondere
alle lusinghe di una ciarlatana, puttana
che a tutti e a tutto si concede
senza accenno di vergogna
mostra, alza la gonna
sfiora la natura e parla
talmente femmina da provarci
con altra femmina.
Faccio appello al diritto alla tristezza
all’apatia di tutti i grigi spenti,
ignoro quel richiamo, mi trattengo,
della malinconia, in nome e per conto.
Ma quant’è bella!
Così spudoratamente giovane ogni volta,
sensuale la sua forza e la mia voglia
di lasciarmi andare, di non pensare
se non alla bellezza di quelle sue parole,
sussurrate come ai fiori sussurra il vento.
Non durerà, non può durare senza cuore.
Ma non importa.
E come un uomo,
con la primavera faccio l’amore.
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Splendidi versi di Primavera.
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Molto originale e affascinante questa personificazione della Primavera!
Chissà cosa ne penserebbe il Botticelli… in ogni caso a me piace assai! 😃😃
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Bella, fresca e da scoprire
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E’ Bellissima
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Perdonatemi, io sono nuova in questo contest e non mi ero accorta dei commenti rivolti alla mia poesia. Sono molto in ritardo, ma ringrazio tutti di cuore.😘
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Accetto il regolamento
-Senza chiedersi il perché-
La vita va,
senza chiedersi il perché.
Un gatto nasce un gatto muore,
un gatto accetta dalla vita
ciò che essa gli offre
e il suo tempo basta
perché lo crede eterno.
La vita va,
senza chiedersi il perché.
Firenze, 3 ventoso ’27 (21 febbraio 2019)
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Si può vivere ugualmente, senza avere coscienza di sé e del mondo se non per quel poco di cui necessita la sopravvivenza.
Ma anche se mette al riparo dalle illusioni è una condizione molto triste, perché impedisce di sognare.
E una componente della bellezza della della vita è data proprio dai sogni…
Molto malinconica e disillusa.
Ma è comunque un possibile e interessante punto di vista. 🤔🙂
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Accetto il regolamento
-La notte-
Elargisce la notte
miriadi di stelle
la luna regala
argentei fili di luce
vivo all’ombra
di un doloroso ricordo,
un unico ricordo,
sempre quello
che non mi fa dormire,
che cancella
ogni altro ricordo,
il bene e il male
si intersecano in una danza,
ed io rimango
nel mio letto di dolore
ebbra del profumo
della tua pelle
a me così cara.
La notte,
figlia della menzogna
mi accompagnò
nei tempi dorati della gioventù,
quando tutto era dovuto,
quando la presunzione dell’amore
non ammetteva ragione,
non resta che il rimpianto
in questi vecchi anni,
sono salva ogni giorno
ti ho lasciato andar via
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Il dolore della disillusione è sempre meglio di un’illusione avvelenatrice.
La salvezza spesso passa attraverso la perdita e il sacrificio, ma di solito ne vale sempre la pena.
Accorata, disincantata e sincera.
Bella! 😀🌸
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ACCETTO IL REGOLAMENTO.
Claudio Collu
15/04/2019 ore 22.13
RITORNO
Sto percorrendo le curve montane rientrando da una fugace gita costiera il posto: SOLANAS!
MA NON IN SPIAGGIA! Bensì su un alto colle scavato da un orrido villaggio turistico trasformato in un finto Centro Ristoratore, dove decine di Miracolati
risiedono con poco o nulla e il bastardo proprietario incassa sfruttando le sfruttatrici norme europee!
Sono stato un modesto portavoce silenzioso Amici Fraterni mi han pregato di condurre una semplice missione solidale. Mi sono venuti incontro C. e F. assieme al Piccolo Angioletto, Nato durante il Loro Lungo Esodo!
La macchina era in riserva ma non me n’è fregato un emerito cazzo se mai è esistita la Divina Provvidenza, oggi ho avuto un suo Segnale!
Spingo l’acceleratore mi ritrovo in Solitudine contrastanti pensieri si sciolgono davanti all’ Infinito Marino e scampoli di Ricordi accompagnati da un Crepuscolare Quadro Celeste accarezzano la mia anima rendendo speranzoso il Rientro!
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