Intervistando Giuseppe Carta di Ilaria Militello | espressionelibri.
Intervistiamo oggi per il blog un bravissimo poeta. Il suo nome è Giuseppe Carta. Conosciamolo
Benvenuto. Parla di te ai nostri lettori, chi è Giuseppe?
Innanzitutto grazie per il bravissimo!
Parlare di Giuseppe è troppo lungo e complicato anche per me. Cercherò di farlo scrivendo e interpretando le sensazioni che la realtà mi trasmettono. Comunque sono solare, socievole, simpatico, antipatico, solitario e oscurato.
Cosa ti trasmette la poesia?
La poesia è croce e delizia. Non sempre riesco a darmi la possibilità di cogliere il senso dei versi. Quando le poesie sono semplici e positive riesco a usarle per andare avanti nei momenti in cui il dubbio vorrebbe prevaricare sui miei propositi.
Da dove trai l’ispirazione per comporre le tue poesie?
Dalla vita quotidiana. Dalla sua osservazione. Dalla necessità di interagire con la realtà per poterla comprendere, sceneggiare e portare dalla mia parte. Dall’energia che mi attraversa in qualsiasi esperienza.
Hai un autore che porti nel cuore? Se sì qual è e perché?
Tra i poeti Neruda. Gabriel Garcia Marquez col suo eccezionale modo di scrivere mi ha spiegato che nella scrittura si può tutto. Mi ha invitato a provarci. Farlo eccellentemente come lui sa fare è la mia simpatica utopia.
Oltre alla poesia ci sono altri interessi di cui vuoi parlarci?
In generale mi interessa vivere e cogliere esperienze di crescita. E’ bello usare i cinque sensi, ma quando scrivo e faccio teatro, quando acquisisco cultura e cerco di organizzarla, occorre sviluppare anche gli altri sensi. La scienza non ne parla perché li ignora, oppure (facendo il complottista) non ce li vuole spiegare… perché l’uomo cosciente è pericoloso per il potere! Il Potere esiste perché noi ignoriamo le nostre immense potenzialità. Mio interesse è approfondire tali capacità.
Adesso parliamo della tua opera, “Visioni del periscopio emozionale”. Come mai la scelta di questo titolo? Qual è il suo significato?
La scelta del titolo è stata un esperienza affascinante. Quando l’universo ha finito di suggerire, di correggere, di cospirare e sono arrivato al titolo finale, un’improvvisa serenità mi ha comunicato che la scelta era quella giusta. Le poesie di quel terrificante momento hanno per me un valore infinito. Il periscopio era un mezzo che mi permetteva di percepire la realtà collegandola alla mia decisione di essere felice, prescindendo dalla normale e illusoria decodificazione della realtà stessa. Il periscopio è stata la mia pratica quotidiana di voler essere felice.
Il tuo libro raccogli ben 147 poesie, fra queste ce n’è una alla quale sei maggiormente legato? Se sì qual è e perché?
Sono legato a tutte le poesie in egual misura, certe comunque rappresentano più delle altre dei punti di passaggio stilistico ed emozionale. Di alcune ricordo le circostanze psico-energetiche, di altre meno, ma quando le declamo di fronte al pubblico, tutte hanno lo stesso valore originario.
Quando per te è il momento ideale per scrivere?
E’ sempre stato soprattutto la notte e nei momenti da meglio discernere. A volte, quando non riuscivo a dormire, mi bastava accendere il PC, sfogare le troppe energie che dirigevano la mia mente, e il sonno mi rapiva istantaneamente. Adesso sto cercando di scrivere quando lo decido, ma non sempre ci riesco.
Quali sono le differenze fra scrivere in rima o in prosa e quali fra le due ti colpisce di più?
Pur essendo una struttura delimitata, la rima ha più fantasia della prosa, che tuttavia sento con più soddisfazione e libertà. Mi ripropongo comunque di usare la rima per qualche prossima canzone.
Prossimi progetti?
Sto terminando e cercando il giusto editore per la seconda edizione di “Visioni dal periscopio emozionale”, aggiornerò le poesie. Per diminuire il prezzo e allargare la cerchia dei lettori, le ridurrò ad un centinaio di pagine circa.
I quindici Euro della prima edizione erano troppi, molte persone interessate alle mie poesie-visioni hanno desistito dall’acquisto, io avrei fatto altrettanto.
Un altro libro di poesie è pronto da tempo, ma con gentilezza aspetterà il suo turno. Lo anticiperà il mio primo romanzo dal titolo “La morale di Santander”. Sta per arrivare al traguardo finale, confido molto in lui.
Grazie dell’attenzione!
avrei mille domnde da farti ma preferisco il contatto umano,e non un pc,spero di poterti incontrare a breve.e me lo auguro di cuore.
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Grazie Roberto! Lo spero anche io 🙂
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