Le recensioni di Giuseppe Carta: Atomi Sparsi di Mara Consoli


La silloge “Atomi Sparsi”

di Mara Consoli

 

Per partire con la lettura, bisognerà eliminare la coscienza acquisita, lasciarsi scivolare nel trambusto emotivo che questo viaggio interiore potrà provocare.

Allacciate le cinture si sarà pronti al decollo.

Per i timorosi d’avventura è necessaria un’avvertenza: l’universalità dei rapporti sarà scossa da una decisa fermezza, che narrerà di ardenti scorribande da una galassia all’altra.

L'immagine può contenere: 1 personaI possibili turbamenti verranno vissuti e sezionati dalla propria umiltà, solo così si potrà meritare l’assolato giaciglio auspicato. L’obiettivo è puntato, l’essenzialità è la direzione, la speranza dovrà diventare fede, tutto sarà formulato per rinascere dalle ceneri. Dopo aver verificato quanto le lacrime siano salate e osservato quanto i contrasti e le contorsioni dimorino nell’animo di chi non si arrende, si potranno selezionare i colori dei prossimi quadri. Saranno dipinti solo quando le porte giudicanti saranno socchiuse. Alla festa potrà entrare solo chi è allenato allo squarciamento. L’innominato cuore verificherà che i brandelli illusi dell’abbandono, siano glorificati da madre natura. Quando ci si sentirà pronti si potranno slacciare le cinture.

L’esplorazione sarà benedetta dalle proprie radici, le uniche in grado di fornire energia unificante, liriche provenienti dal mare. Il vento delle formalità continuerà a non essere interessante e quando liberazione arriverà dalla pace.

In principio la verità si cercava al di fuori del proprio orizzonte, ma grazie alla contemplazione dell’umore manifesto, si riuscirà a rintracciare la primavera dimenticata.

Gli atomi di solitudine nel mentre matureranno e faranno a gara per condividere le briciole di consapevolezza acquisita.

Lo scellerato sorriso sarà approvato dall’ultimo fugace sguardo allo specchio, splendido riflesso d’un cammino illuminato dal Sole dell’avvenire, musicato dalla luna ammirata a mezzanotte.

 

 

 

Del fiume e del mare

Canna di fiume

sei il mio flauto di malinconiche note.

La corrente ti sospinge

avanti ed indietro

in un inconsueto minuetto.

Anch’io vorrei essere trasportata

là dove va il vento,

in refoli di tira e molla

fra presente e futuro.

Ma ancor di più vorrei perdere

l’ancora e il faro,

naufragare sull’isola

dei senza ma e senza perché

e accettare tutta la mia nuda vita.

 

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