geltOUb 2017
WEB Contest letterario gratuito – Quarta edizione
Ruotare la visione e incontrare l’IMPERTURBABILE,
sempre pronta ad offrire opportunità.
Il contest geltOUb è arrivato alla quarta edizione perché non sa accettare compromessi.
geltOUB 2017 non è una gara per dimostrare di essere bravi a scrivere, è un incontro di lettere, di parole, di idee, determinazioni, sentimenti.
Incantevole e osceno in geltOUb 2017 si confonderanno, saranno i critici occhi dei lettori a intenderli secondo il proprio gusto.
I vincitori saranno filtrati dalle accoglienti maglie della nostra incorruttibile giuria, pronta ad assaggiare la mistica ricetta di chi ha un intimità da dichiarare.
Ma geltOUb che cos’è? Per capirlo Zosè Paperi intervisterà giuseppe carta
Z. P. : Siamo arrivati alla quarta edizione del Contest, finalmente ci vuoi spiegare che cos’è questo geltOUb?
giuseppe carta: È la mia terza silloge poetica, nata dalla prima “Visioni dal periscopio emozionale” (non più disponibile) e dalla seconda Bootleg (non più disponibile).
Z. P. : È vero che hai pubblicato Bootleg perché 49 poesie di “Visioni dal periscopio emozionale” hanno scelto di non comparire in alcuna prossima riedizione?
giuseppe carta: Non solo. Mi hanno chiesto di essere rimodellate, squartate da un’affilatissima sciabola, capace di liberarle dagli orpelli necessari alla comunicazione.
Z. P. : Cioè?
giuseppe carta: Ti faccio un esempio: La poesia “ Inconsce soluzioni aleatorie” nella sua edizione originaria conteneva 134 Parole. In BOOTLEG ne ha 52.
Z. P. : E in geltOUb cosa succede?
giuseppe carta: Che le poesie sono le stesse dell’edizione pirata Bootleg, ma sono rovesciate.
Z. P. : Cioè??
giuseppe carta: In Bootleg “Inconsce soluzioni aleatorie” inizia col titolo in alto e l’ultima battuta è: “e scegliere il coraggio.” In geltOUb invece la poesia inizia con “e scegliere il coraggio.” e a fondo pagina c’è il titolo.
Z. P. : Ti senti fiero di aver realizzato questa stolidaggine?
giuseppe carta: Essere poeti per me significa accettarsi nel presente. Quando recitavo le poesie di Bootleg, gli ascoltatori mi chiedevano di conoscere geltOUb.
Z. P. : Cioè???
giuseppe carta: Leggevo le poesie come fanno tutti i comuni mortali, ma gli ascoltatori mi chiedevano di leggerle al contrario.
Z. P. : Gli potevi rispondere di andare da uno psicologo. Si può sapere cosa vuol dire geltOUb?
giuseppe carta: Ancora niente. Per adesso è il contrario di Bootleg.
Z. P. : Controlliamo. Bootleg-geltOUb. Si, si somigliano. Invece di “oo” hai messo “OU”.
giuseppe carta: La doppia “O” in inglese si legge “U”. OU in francese si legge “U”. Zosè, Bootleg e geltOUb sono la stessa parola al contrario.
Z. P. : Sei mai andato dallo psichiatra?
giuseppe carta: Zosè…
Z. P. : Ma perché proprio “OU” in maiuscolo
giuseppe carta: Per ringraziare Alessia Mocci, cara amica e ideatrice di Oubliette magazine. È sua la prima recensione ai miei scritti. Erano due righe, ma mi hanno aiutato a credere nel percorso.
REGOLAMENTO:
1. Il Contest letterario gratuito di prosa e poesia “geltOUb” è promosso dall’associazione culturale “Merisindomu” e dal centro culturale “Nai“. Il Contest letterario è riservato ai maggiori di 16 anni ed è un Contest gratuito.
Il tema è libero per entrambe le sezioni, ma sarà particolarmente gradito il senso del rovesciamento, il colore della possibilità, la comprensione delle sofferenze e l’attitudine alla multiforme via della felicità.
2. Articolato in 2 sezioni:
A. Short Story in massimo 249 parole B. Poesia (massimo 51versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.
Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite. Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato all’inizio del punto 3. Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.
Spiegazioni dettagliate qui: Come si partecipa al Contest
4. Premio: N° 1 copia della silloge poetica “geltOUb”, di Giuseppe Carta.
“geltOUb” è una raccolta di poesie che nasce dal rovesciamento, dalla decisione di accettare il senso del presente, trovando la relazione poetica con se stessi. L’umanità necessita di osservare la vita e l’amore da prospettive universali e non egoiche.
“geltOUb” nasce per smussare i troppo appuntiti spigoli che non permettono il dissetarsi dalla fonte del dialogo, preziosa sorgente di comprensione e compassione con quest’epoca, incomprensibilmente positiva.
Sarà premiato il primo classificato della sezione A, ed il primo classificato della sezione B.
5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 31 Marzo 2017 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Escluso Mortimer (Poeta) – Cristina Pilialvu (Redattrice Tacchi Solitari) – Flavia Novelli (Poeta) – Erika Petrossi (Poeta) Paola Proietti: (Poetessa)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti ad un invio sollecito, senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione nel profilo facebook CONCORSO geltOUb
10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti alla Gara Letteraria; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.
11. Alla fine del Contest è prevista un ANTOLOGIA dal titolo “geltOUbando 2017” Tutte le opere pervenute, che a Nostro insindacabile giudizio dovessero risultare meritevoli di pubblicazione, verranno inserite nell’Antologia“geltOUbando 2017”, che sarà pubblicata da una casa editrice che opera a livello mondiale.
Per partecipare al Contest geltOUb senza partecipare all’antologia, è obbligatorio darne comunicazione entro la scadenza del contest, fissata per il 31 Marzo 2017.
12. Diritti d’autore
Per il fatto stesso di partecipare al concorso, gli autori concedono il diritto non esclusivo di pubblicazione all’interno dell’antologia, senza aver nulla a pretendere come diritto d’autore.
13. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Si ringrazia OUBLIETTE MAGAZINE per il supporto organizzativo!
BUONA PARTECIPAZIONE E LETTURA DELLE OPERE PARTECIPANTI !
[…] TUTTE Le Opere in Contest si possono leggere QUI: […]
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[…] Le Opere in Contest si possono leggere QUI: […]
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[…] Le Opere in Contest si possono leggere QUI: […]
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-Storie di straordinaria Apicoltura part. 1 –
Da qualche parte dovremmo pur iniziare, vi racconterò la storia d’amore tra regina e fuco: Senza essere stata né battezzata, né cresimata, né tantomeno sposata, da adolescente ribelle fugge di casa per andare tra nubi di fuchi (maschi d’api). I fuchi generalmente lenti ed oziosi, escono di casa e si raccolgono in determinate località formando degli sciami che si spostano con forma di cometa. La regina si dirige verso i fuchi che la stanno attendendo e dopo una serie di corteggiamenti, gli amanti si accoppiano a turno con la regina. Il fuco in cuor suo sa che se si riproduce morirà, il suo attrezzo rimarrà per forza incagliato nel bel sedere sculettante di sua maestà e bruttalmente mutilato terminerà la sua esistenza. Il fuco sa anche che morirebbe comunque da lì a poco, quando al giungere della stagione fredda verrebbe accompagnato gentilmente dalle sue coinquiline fuori casa a morire di freddo e stenti. Pertanto il nostro kamikaze, librandosi in volo si destreggia e s’impegna per assolvere al proprio ruolo di stallone ed esploderà dentro sua maestà. Dopo essersela spassata nell’orgia accrobatica, sua maestà la sgualdrina, avrà un miglior destino rispetto ai suoi spasimanti. La vedova rientra a casa ed utilizzando il prezioso “nettare” raccolto, genererà tante figliastre e tanti fuchi e … vissero tutti felici e contenti.
Sezione A – Accetto il regolamento
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Sez. B
accetto il regolamento
Ti penso
Vorrei metterti a fuoco
ma il tuo viso sfuma
e tutto si perde
sfumano i tuoi contorni
non ricordo più la voce
né la risata cristallina
che l’anima inondava
e tutto si perde
nei meandri della memoria
scavo, ma tutto svanisce
e tutto si perde
rimane solo l’amaro
Paola Pittalis
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-I Ricordi: Pezzi di storia della mia Vita-
Questi ricordi che racchiudono una vita intera… riportando tutto alla radice, del verbo …ricordare! Possiamo racchiuderli nel cuore e portarli stretti senza farceli rubare… Offrirli a quell’io che mai esisterebbe senza l’essenza della presenza di quel Dio che ci ha donato una vita da percorrere ricordandoci che oltre l’amore non c’è nessun’ altra ricchezza! Come sempre mi ritrovo a pensare, come il mondo gira in fretta la vita. Il suo tempo è passaggio diretto, ferrovia con incroci binari. Le stazioni son fermate un po’ strane… Lascian il tempo di salire o restare nella corsa sempre più frammentaria. Nel frattempo passa indietro la vita, flash back che si fanno più intensi, con il naso attaccato ad un vetro. I paesaggi alternati alle rive ed ai monti, tanta gente ancorata si adombra, in quel tunnel che ti copre la vista. Gallerie che interrompono il viaggio, della mente che corre all’indietro nella veste di giudici impropri ci poniamo anche falsi verdetti. I peccati…senza esame vissuti, di coscienza non troviamo che ombra. Questo viaggio intrapreso per sbaglio di sequenze si porta il bagaglio. Di valige borsoni anche troller, son vacanti carrozze e vagoni. Sulla schiena incurvata c’è il peso, uno zaino giusto fatto a misura. Carrozzone che girovago fugge dal destino che ti mascherail viso, dagli arbori alla notte finita, c’è di mezzo la classica vita.
Sezione A – Accetto il regolamento
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(sez. B – poesia)
“accetto il regolamento”
L’UOVO, LA GALLINA E IL NONNO PREMUROSO
Una bambina, che aveva fatto un brutto sonno
si faceva coccolare un pò dal nonno
che per farla sorrider, disse alla piccina :
“Tu sai chi é nato prima … l’uovo o la gallina” ?
La bimba, sino ad allora zitta zitta
lo guardò negli occhi, dritta dritta…
e disse : “Nonno, solo tu sai per te cosa io provo…
e ti ringrazio se con la scusa di quest’uovo
tu vuoi far sì che io dorma più serena !
Ti voglio bene nonno”!
… e pronunciate ‘ste parole, appena…
piano pian si addormentò, quella bambina…
… e in sogno gli apparve una gallina !
Il giorno dopo, appena sveglia, la bimbetta
corse dal nonno : “Ehi, nonnino… aspetta, aspetta…
.,. sai quella storia della gallina e dell’uovo ?
Io l’ho capita ! No… non c’é niente di nuovo…
L’amore per te, nonno, non ha prezzo ;
non ha mai fine… e non c’é neppur l’inizio…
E qundi non c’é bisogno tanto di capire…
oggi ci siamo…. ma domani può finire…
Abbracciami nonno… ti voglio bene più di ogni cosa !”
E piano piano, una lacrima rosa
uscì dagli occhi di quella bambina…
che grazie a quella breve domandina
aveva capito che il tempo é una illusione,
e che l’amore fa felici le persone…
Può far felici tutte le creature, anche la più piccina…
… e perché no ?! Anche un uovo e una gallina !
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un bel sonetto!
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Giungerà, sul freddo marmo, la salma muta e finalmente vuota, scevra e nuda all’evidenza populis.
Lasciatela così, ignuda all’ultimo saluto, vestita solo di quella Libertà assoluta, per sempre perseguita, e adornata sol da un rosso papillon,
passion sincera ed espressione di libero pensier che vola via da questa vita.
Sezione A – Accetto il regolamento
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Sezione B
-Tempo –
Un tempo interno
di creazione
dove tutto e’ amore
In simbiosi
madre ed embrione
unisono perfetto.
Nove mesi per due
anime gemelle
unite da un cordone
di trasmissione
vitale…poi ecco Natale
Tempo esterno
per nascere, conoscere
Un mondo finito
Nell’attesa d’un infinito
Celestiale .
Difficile strada prima di apprezzare
una vita terrestre che contenga il tempo interno
della creazione.
Tutto e’ nuovo da scoprire
Una vita per metabolizzare.
Un tutto da imparare.
Un tempo determinato
fino a quella celestiale!
-Accetto il regolamento-
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Quanti colori sono caduti in un istante.
Quanti soli nel giallo sgocciolante di una bimba …
Quanti mari rovesciati nell’azzurro …
Quanti rossi in un rosso di una rosa caduta …
Quanti bianchi nella pancia di una nuvola …
Quanti marroni e verdi …
racchiusi in una foglia …
Quanti rosa …
viola …
e nero …
nell’iride di un sorriso …
Quanti baci nella folgore di un bacio !
Sezione B Accetto il regolamento
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Ho grattato la schiena della terra per trovare la pancia sepolta della vita. Ho grattato il cielo sfondato di vertigini. Ho grattato la pelle ferita da silenzi acuti come lame. Ho grattato la rugine nel fodero del mio spirito. Poi il velluto … scivoloso … suadente … della tua anima … ha tagliato le unghie al dolore.
Sezione A – Accetto il regolamento
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-Maestrale –
E quando bussa
il vortice di vita
io apro la finestra e guardo il mare
Che mai rimane fermo
Nel suo fare
Rallenta si turba e si scompiglia e l’ occhio mio si perde in quella meraviglia.
Lo spio mentre furtivamente ruba alla spiaggia memorie di fossili e conchiglie e nel suo mulinello li mischia alla brodaglia di sabbia e anime che nel trapassare hanno scelto di tornare al mare.
Poi quando si ritira e il mare e l’ aria stagna mi ritrovo in battigia a districar pensieri e porgendo all’ orecchio una conchiglia con nostalgia ascolto il suo parlare
Quanti segreti può svelare il mare
Sezione B
Accetto il regolamento
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C’ENTRA PURE LA MATEMATICA
Quando troverai
questo bianco foglio
e vi leggerai
le parole che ho appena scritto
spero già sarai
grande abbastanza
per guardare
con occhi tuoi
la vita che nasce
e che muore,
il bene e il male.
E tra le parole
leggerai
il mio amore per te
e capirai
che nella vita
c’entra pure la matematica
che l’amore
è una somma di più fattori,
il rispetto
un sentimento che moltiplica,
l’odio
un male che divide,
l’orgoglio
un errore che sottrae.
DANIELA GINTOLI
sezione B
Accetto il regolamento
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VITE SPEZZATE
Fiori di carta volan dispersi,
anime candide in cerca di pace…
Vedon ancora i volti sgomenti,
di chi le osserva e il silenzio fa male…
Vite spezzate senza alcuna ragione,
da gente inumana che non merita amore,
sogni in frantumi di un futuro migliore,
quello che resta è il ricordo nel cuore.
Lacrime calde scendon copiose,
occhi che ormai hanno perso colore…
La mente ti porta in un prato di rose,
ne vedi una bianca che lenisce il dolore…
Vite spezzate senza alcuna ragione,
da gente inumana che non merita amore,
sogni in frantumi di un futuro migliore,
quello che resta è il ricordo nel cuore.
Sezione B – Accetto il regolamento.
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“L’ultimo volo di un’ape”
Così mi ricordi il volo delle api
aggrappato al ventre materno, come al fiore nettare di vita
il battito di un piccolo cuore, per un piccolo battito d’ali
il calore della mano sul ventre, il bagliore del sole sul favo.
Una così grande forza dentro
per una così grande fragilità fuori.
Così il vento ha spazzato via le ali e il cuore
ed è rimasto il sapore della breve vita dell’ultimo volo di un’ape
Sezione B / Accetto il regolamento
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-Parigi-
Un grido di dolore,
di sgomento e di paura
si è alzato stanotte alto nel cielo..
Anime innocenti,
ammazzate senza un preavviso e
senza un perchè..
senza pietà.
Parigi, la città dell’amore è
entrata nel mirino della morte.
Perchè il male prevale
sul Dio dell’amore?
perchè muoiono tanti
innocenti senza motivo e senza risposte
in maniera disumana?..
Odio e amore…
sono due sentimenti che assieme
non possono stare,
uno dei due deve prevalere…
Ecco!!! Ora è arrivato il momento
che il Dio dell’amore intervenga e
si faccia sentire e faccia vedere
a tutto il mondo, quant’è grande
il Suo amore per tutta l’umanità.
-Sez B- Accetto il regolamento.
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RIBALTAMENTO
Apro gli occhi, guardo l’ora, ed è tutto sottosopra, la parete è un pavimento, la seduta una spalliera, la finestra verticale ora è un nastro orizzontale! Non c’è più una cosa a posto, neanche io mi riconosco, non riesco neanche a urlare e mi vien da vomitare. Guardo intorno e non capisco se la stanza è rivoltata o son io la rovesciata, e sul filo del dilemma, mi soffermo ad osservare questo spazio all’incontrario, che non è poi tanto male. Ribaltando la visione vivo un’altra dimensione, che apre la mia percezione a una sfera più interiore, dove c’è la pura essenza dell’umana mia presenza.
Autore: Daniela Maurizi
SEZIONE A – ACCETTO IL REGOLAMENTO
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IL PARTO
Lunga è stata l’attesa,
doloroso è stato il travaglio,
ma quando tu,
piccolo esserino
tenero e indifeso
sei venuto al mondo
e ti ho stretto per
la prima volta, tra
le mie deboli braccia,
una luce misteriosa
ha invaso il mio corpo
e come per incanto,
mi sono sentita rinascere.
I tuoi occhietti grandi e
smarriti mi hanno, subito, rapita!
Oggi, pensai, è nato
il re di questa casa!
Sei stato per me fonte
di gioia, di ansia e di paura…….
Spesso, riaffiorano alla
mia mente dolci ricordi e
nitide immagini della tua
infanzia, che giammai,
cancellar potrò.
Quale dolce sensazione
nell’aver sentito sussurrarmi
per la prima volta la parola
” Mamma! “
Mamma, che dolce suono
per le mie orecchie!
Oggi ti guardo e ti vedo,
già, cresciutello e non vi è
istante, durante il giorno,
in cui non mi preoccupi per te.
Spesso, mi chiedo come
mai la vita che il più delle volte
ti sorride, altre ti è ostile…
Possa avere, io, la fortuna
di veder crescere il mio figlioletto,
per, poi, vederlo trasformare,
un giorno, in uomo!
Sezione B -Accetto il regolamento
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-Freezer-
Questo freddo mi attanaglia
e ogni lacrima che sgorga
non fa in tempo a scivolare
che si fa ghiaccio polare
Io congelo le emozioni
dentro il freezer del mio cuore
le conservo quanto basta
sia la gioia che il dolore
e ben oltre la scadenza
io le posso consumare
a distanza temporale
per non farmi troppo male
Ma io so che questo gioco
un bel giorno finirà
anche il frigo ha una scadenza
prima o poi si romperà
Ogni cosa sarà fresca
come frutta appena colta
non vivrò più in differita
e potrò gridare al mondo:
“finalmente io son viva!”
SEZIONE B – ACCETTO IL REGOLAMENTO
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Antigu coru pitiu.
Non tengiu prus su coru
un unturgiu mi d’adi scorrovau
cun su biccu
e ci da portau in artu inpissu e cielu
pustis da lassau andai comenti
chi fessad’aliga,
se ingrovillau in d’unu mattoni de orrù,
esti arrumbulau in sa ia
funti passaus is carrus cun is boisi
e d’anti sciusciau.
Is canisi si d’anti papau,
deu puru seu morta.
Immoi tengiu feti una perda
tostada frima framulada.
Mi poderas feti su spetu
ca sa manniosidadi
chit’adi onau sa vida,
tind’apada furau a su mundu
po ti onai a s’eternidadi.
(traduzione dal sardo all’italiano)
-Antico piccolo cuore-
Non ho più il cuore,
un avvoltoio me l’ha scavato
col suo duro becco
dal petto,
lo ha portato in alto nel cielo,
poi lo ha lasciato andare
come fosse spazzatura,
si è impigliato nei rovi
poi si è rotolato per la strada
sono passati i carri coi buoi
e lo hanno schiacciato,
i cani lo hanno divorato
e anche io son morta.
Adesso ho solo una pietra dura,
fredda
immobile.
Mi mantiene solo la speranza
della grandiosità
che ti ha dato la vita,
ti abbia rubato al mondo
per darti l’eternità.
(Sezione B – Accetto il regolamento)
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Nome: GRAZIA
Cognome: BOLOGNA
Sezione A
Accetto il regolamento
TERREMOTO AMATRICE 2016/17
La terra ha tremato ancora!
Urla di bimbi, impauriti,
genitori disperati, strappati
ai loro piccoli e sotterrati,
chissaddove, dalle coltre di neve.
Un padre chiama il suo piccolo
che non risponde… Il vuoto!!!
La neve continua a cadere,
ha ricoperto, ogni cosa…
Tutto è sommerso!
Si intravedono, in lontananza,
tetti di case, non più macchine,
non più vita…
Forse qualcuno attende di esser
salvato da quel crudel destino…
Ecco arrivar soccorsi!
La Speranza è l’ultima a morire
e la Fede, a volte, fa miracoli.
Tu che ti senti sfortunato/a,
tu che ti lamenti per futili cose,
impara ad apprezzare la Vita
e ad ogni nuovo giorno che nasce
loda il Signore,
perché la Vita stessa, è un Miracolo.
Autore: GRAZIA BOLOGNA (21.01.2017)
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Sez.B (Accetto regolamento)
TRA LE BRACCIA DI MORFEO
Barcolla il mio giacere tra le braccia di Morfeo…
Son desta adesso ma il mio riaprir gli occhi alla vita è a dir poco una sfida immane…
Reclusa in labirinti enigmatici di un’anima nell’universo parallelo inglobata..
Son luce fievole che si assopisce ancor più se non v’è certezza di un domani..
E dalle vicissitudini quotidiane perennemente vengo oscurata….
Lo scorrere ardito di un tempo nemico
mi lascia immobile a rimembrar trascorse primavere..
Ove..sovente…
Mi ritrovavo occhi al cielo a contar le stelle che volea rubare…..
Or che nulla più ahimè riesco a immaginare..
Or che l’alma mia si sveste di lusinghevoli speranze e rimane.. inerme.. silente a meditare…
Tra le braccia di Morfeo..
Seppur desta..
Vorrei ancor giacere….
Poiché la vita che avrei voluto non è questa….
Ma…
Un sogno che sognai nelle mie amate..trascorse primavere………
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L’orma passata dalle dita
Che le canne mute
dondolate dal sibilo del freddo
siano lievi segni mentre cerco
l’orma passata dalle dita,
la fissità di un tempo luce
sulla strada del risalire incanto
che lo sbraitare delle palme
rispecchi l’eterno dirsi d’amore
so, dall’aver profuso labbra nel nudo
dei pensieri, in ogni atomo di voce.
Sezione B
Accetto il regolamento
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Sezione B (accetto regolamento)
-Ora che il tempo-
Ora che il tempo
s’è perso dietro un angolo d’attesa
non urla più lo sfondo
nullo di sogni
opaco, è il verso ruvido nel solco
il raccontare colma spazio
che si dilata
su ogni pensiero che non sei.
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Il popolo scomparso, che parte dal passato per tornare dal futuro.
Alabbal, il custode del tempo, convocò la riunione delle genti libere ,per lo scontro finale.
Le 17 tribù, decisero che Nur fosse il prescelto per condurre la battaglia. La luna piena di Austu cadeva il 21, questo dicevano gli astri, i venti tra le rocce sonanti, lo diceva il gorgoglio delle fontane. Tutto era propizio.
Suonarono i timbales le launeddas, ballarono, cantando, ringraziando la vita fino al mattino. Era primavera e per tre giorni e tre notti si tennero i fuchi accesi, nuovi amori sbocciarono tra le genti, poi, tutti tornarono ai loro villaggi.
Alabbal nel rientrare nella sua grotta si sentiva molto vigile, un sibilo accompagnò il movimento della parete, che si aprì, la varcò ed entrò nella luce.
Il propizio 21 arrivò. La valle cieca con il suo esercito nascosto, attendeva Nur . Il sole rosso illuminava il tramonto infuocato. Il gruppo urlante, condotto da Nur avanzava inseguito dal nemico, la battaglia ebbe inizio col far rotolare dal costone le grosse rocce, per impedirne la fuga. La luna apparve nella sua maestosità, fu un attimo. Si alzo il vento, Nur e il suo gruppo si girarono verso il nemico, pronti a assalirli. Le frecce scoccarono. Una bolla d’aria assorbì il gruppo di Nur, e si trovarono a viaggiare nella luce.
In un altro tempo, in piena battaglia, nello spazio profondo, l’astronave di Laura, regina delle amazzoni stava precipitando, assorbita in una bolla che viaggiava nella luce.
Sezione A- Accetto il regolamento.
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Sez.B (accetto regolamento)
-La storia continua.-
Non è stato scritto
il lieto fine di questa terra ricca di alberi secolari
e fiumi ormai secchi,
di incertezze vive questa terra che sembra immortale.
L’oblio ha cancellato
chi siamo.
Dove vanno i laureati
senza futuro?
Dove vanno i figli di modesti operai spaventati e impotenti?
Chi siete marmaglie tossiche
che derubate il futuro dei nostri figli in questo paese che non sento piu mio che vive con l’amarezza di vedervi impuniti.
Non è stata scritta la fine,
la storia continua, chi siete voi che togliete il sorriso ai nostri bambini.
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Sezione B
Accetto il regolamento
…tuona l’agonia nella tierra del olvido saccheggiata e arsa viva, quando risuonano ancora gli echi dei carri in festa, sferraglia il carro dei monatti a raccattare quel che resta, mentre s’assopisce il sole che arde nonostante tutto e pallido s’accascia allungando ombre mute che saltan la corda.
Rimangon cocci e anime sassose.
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Sezione A
Accetto il regolamento.
Lezione di vita
Era conosciuta come la pazza che sussurra. Si vedeva spesso per strada quando pioveva, sempre senza ombrello. Guardava in alto e sembrava seguire una goccia precisa e, quando questa incontrava una pozza, la sua testa dava l’impressione di rimbalzare leggermente. Rideva felice saltellando disordinatamente. La si vedeva sovente sussurare volgendo la testa, come se accanto avesse qualcuno, E allora mi rattristavo al pensiero di quanto si dovesse sentire sola e di come la solitudine l’avesse resa folle.
Avrei voluto avvicinarla ma mi sentivo in imbarazzo di fronte alle sue stranezze. E poi cosa avrei potuto chiederle? Con chi stesse parlando? A che scopo?
Anche quella notte avevo dormito malissimo. Decisi, quindi, di alzarmi per cercare di spezzare quel cerchio opprimente. E quello che vidi allo specchio non mi piacque per niente. Di fronte c’era un altro me molto più vecchio, spalle curve e rughe d’espressione mai notate.
Mi recai barcollando in cucina e cercai sollievo nel rito quotidiano del riempire il filtro della moka,
E, mentre sorseggiavo il caffè bollente, mi resi conto che la mia vita era completamente insignificante.
Allora decisi di uscire di casa frettolosamente, quasi ad “inseguire il mio tempo vuoto di senso, con un senso di vuoto”, parafrasando il maestro Battiato.
Me la trovai di fronte senza riuscire a formulare la fatidica domanda. E fu allora che la pazza mi parlò:
“Vedi, ho passato la mia vita a cercar di capire chi fossi ed ora che mi sono trovata ho tante cose da raccontarmi”.
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Sezione B – Accetto il regolamento
Giancarlo Economo
Questa vita distillata
Stanotte ho bisogno
di ascoltare le note
di quei fogli mai scritti
per rompere la monotonia
di questa vita distillata
M’incammino
all’ombra del tuo amore
per non creare turbolenze
in questo fluido euritmico
E tu pazza di pelle
davanti al quadro dipinto
dai tuoi occhi
hai scelto la mia tinta
intingendo il pennello
nelle pieghe colme di lacrime
E mi risveglierò
tra il colore dei sogni
e la luce ancora velata
dell’alba
ricordando solo di aver
ballato
nei tuoi occhi
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Nome: Federica
Cognome: Caddeo
Sezione B
Accetto il regolamento
La Voragine
La Fanciulla leggiadra danzava,
senza essere turbata da pensiero alcuno.
Danzava leggera e spensierata,
all’epoca in cui la sua giovinezza sbocciava.
Poi in un’ oscura Voragine cadde
e risucchiata ne venne,
senza via di scampo lasciarle.
E più di liberarsi tentava,
più la Voragine nel Vuoto la imprigionava.
Tutt’ora in quella Voragine una Luce lei cerca,
che risalire in superficie le permetta.
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Nome: Federica
Cognome: Caddeo
Sezione A
Accetto il regolamento
Morte e Rinascita
Velo di nubi all’orizzonte. Nubi che coprono le case ed il paesaggio. Li mangiano. L’ ingoiano. Lo scroscio della pioggia scioglie ogni colore. I muri si sgretolano e crollano. Il cielo è nero. L’ oscurità è arrivata.
Velo di nubi che scappa. Velo di nubi che se ne va’. Nuvole qua e la’ in un cielo azzurro, limpido e infinito. Vento gentile. Vento che fa danzare i fili d’erba e i fiori. Sole splendente che riscalda. Bentornata luminosità.
Mare in tempesta. Mare grigio. Onde che si infrangono sull’arena. Portano via e distruggono. Alghe e detriti lungo la riva. Ingoiano la sabbia. La risucchiano in un buco nero. E con essa assorbono ciò che rimane.
Mare calmo. Mare azzurro, limpido. Bagna la sabbia con le sue piccole onde. Le sue piccole figlie. Ha portato via le alghe. I detriti si sono sciolti con il sale. La sabbia e l’ acqua purificatrice hanno coperto il buco nero e ora riportano indietro ciò che era perso.
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Errico Tentarelli
Accetto il regolamento
Sezione A
28 Maggio 1291
“I musulmani scavarono delle gallerie sotto la Cupola per spezzare la resistenza dei Templari, ma la struttura cedette provocando migliaia di morti. San Giovanni d’Acri era nelle mani del sultano”.
Anatolij sentì il respiro graffiargli la gola. Se le anime non hanno corpo era segno che lui era ancora vivo. Si levò a fatica dal groviglio di corpi, non badando al dolore che percorreva le sue membra: le corde dell’anima vibravano di ben altro patire. In quel massacro distingueva a malapena le bianche vesti dei Soldati del Tempio dalle casacche dei Mamelucchi, così come unisonanti erano i rantoli di dolore e morte. Urlò la sua pena al suo Dio. Non solo al suo Dio. Al Dio di tutte le genti: che si pronunciasse Allah o Jaweh, poco importava.
Poco aveva con sé per recar conforto a quei lamenti. Aveva il suo cuore, l’Amore per l’Umanità imparato lungo il sentiero dell’anima. Uguaglianza e fratellanza, che animavano entrambe le religioni, erano state tradite dall’umana ingordigia.
Quale conforto per quell’atroce sofferenza? Cercò nel fango la sua sacca. Dentro, ormai intriso del sangue degli uomini, un pane marchiato col divino simbolo della sua chiesa: il Ki-Rho.
Ne fece frammenti con le dita tremanti e le distribuì a tutte le anime che riuscì a raggiungere.
L’ultima briciola in mano, sentì le sue forze mancare. Mentre la accostava alla sua bocca, udì un flebile respiro: “Allahu Akbar”.
“Dio sia con te”, sussurrò, poggiando le dita su quelle labbra, prima di perdere il senso del tempo.
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Sezione B – Accetto il regolamento
Vorrei morire
Vorrei morire stupido
con un sorriso ebete
di quelli che nessuno
può più dimenticare.
E quando al funerale
al primo torna in mente
vorrei la sua risata
coinvolgere la gente.
Gli amici a trattenersi
tra un Gratia Plena e un Gloria
ed i parenti stretti
a pizzicarsi guance.
E dopo tutti insieme
ridere a crepapelle
come se fossi vivo
chissà, potrei sentire.
E uscire dalla Chiesa
cantando una canzone
a tempo con il riso.
E il prete, il cardinale
persino il papa assente
ricorderanno tutti
di come fu suadente
la morte mia demente.
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Sezione A – Accetto il regolamento
Il giorno che ho battuto Baldovino
Sui blocchi di partenza tutti tesi ad afferrare il suono. Ed i pensieri miei affacciati al mondo, curiosi di vedere come perderò. Io, che all’acqua prego che non minacci il cuore, in fondo siamo cresciuti insieme.
E il vento sulla spiaggia era così piacevole, mentre lei mi sorrideva piano.
Sirena. Tuffo. Ecco che mi accoglie il blu, mi avvolge e mi sospinge, non sembra proprio il mare, però a noi piace pensarlo. Il diavolo passa accanto, l’imbattibile nemico, il nuotatore dalla cuffia di un altro colore.
E il vento sulla spiaggia era così piacevole, mentre lei mi baciava piano.
Sono già al muro e il corpo vira, capriola il mondo e mi ritrovo indietro. Baldovino è bello, è veloce, un Achille imbattibile. “Ehi, tu? Non sei troppo avanti? Non hai visto che anch’io ho un posto tra gli eroi? E se proprio non è vero, non credere che tu lo sia!”
E il vento sulla spiaggia era così piacevole, mentre lei mi disse piano: “Lasciarti è l’ultima cosa che avrei voluto.”
Eppure adesso ho un altro passo, lo sento, prima ancora di vederlo. Rallenta, Baldovino: è stanco. O forse sono io che questa volta non mi arrendo. E spingo, e prendo, e scivolo: nemmeno il cuore mio riesce a credere ai suoi occhi. La destra e la sinistra insieme toccano. Primo? Primo. Ed anche un mito da perdente è morto, finalmente.
Ma il vento sulla spiaggia era così piacevole, mentre perdevo lei.
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“Castelli di sabbia “
Non disperare figliolo.
A chi insinua
che non serve più
costruire castelli di sabbia
che se si frantumano
al primo abbraccio
dell’onda del mare
dico:
Al mondo
al futuro
a noi stessi
basta ciò che resta
i sogni
quelli di un bambino
che nel vento si disperdono
e non appartengono più a lui
Liberi
non più prigionieri in un castello
ovunque e da chiunque
se colti e amati
si mutano quasi sempre in realtà
Sezione B Accetto il regolamento
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Sezione A Accetto il regolamento
Perdeva dagli occhi granelli di vita –
Quasi sempre correva quell’uomo e se non correva
andava comunque di fretta, sgomitando a sproposito anche,
come se l’aria volesse frenare la sua smania di far presto
Eppure niente lo aspettava e nessuno, nemmeno sua madre
né un treno in partenza, o tristezza da zittire
né gaiezza da sprizzare. Tuttavia, sempre o quasi
quell’uomo correva e correva perdendo dagli occhi
granelli di vita: l’incontro, un tramonto e tant’altro.
Era bigio il meriggio in cui corse sí tanto
da inciampare nel vuoto incrostato di noia
cadendo di schiena da tutto quel nulla
che sempre lo aveva cullato.
Sicché, mai più corse quell’uomo, troppo preso
a morire con calma alla luce d’ogni suo attimo mancato.
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L’ ALBERO DEL MANDORLO
Aulente e gaio
quale giovine sposa
nel cortile balzava
l’albero del mandorlo.
Gioivan sereni
gli aurei petali
la blanda luce
del diletto maggio.
Delicata figura
flautata essenza
ilare mio spettro
ahime’ ora!
Nefasto è inverno
esanime l’albero
gl’inudi rami
dei vivi spauracchio.
Κολιόπουλος Γρηγόριος (Koliopoulos Grigorios)
Per la sezione B – Accetto il regolamento.
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Sezione B Accetto il regolamento
Non è più il tempo –
Non è più il tempo
in cui spensieratezza mia
saltava a un piede solo
inconsapevole del precipizio
poiché la vita era anche il volo
o forse il volo era la vita
Non è più il tempo dei sogni illogici
sebbene ancora non riesca a credere
che altri brividi non bramerò
Ora il passato s’è fatto prato
e ciò che colgo è quel che avanza
non sazia né disseta eppure basta.
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All’intercalar del giorno,vagano le nubi pe’cieli smaltati dall’iride, che giocar ei vuole di cotanti colori a.rimembrar passati tempi, quando belta’sorrideva !
E lo pensiero tornar indietro nel tempo volle!
Di una selva giammai dimenticata e troppe volte sognata!
Di un sorriso e un carezza al fanciullo ,che in da lo core crebbe con la speranza del di’ quando crescendo.lo giovine fanciullo avrebbe incontrato l’amor vero ,quel piacere immenso nel condurre la sua regina coperta di stelle,a render di gioia la sua vita terrena.
Ma la speme.talvolta ardua ,volle allora metter alla prova il suo nobil cuore e immerso in mille ostacoli lo pose.
Allor intravidi di armatura vestito lo fanciullo nel tempo,sfoderando la daga superar ostacoli ,e quando al calar del sole ,negli anni a lui fuggiti,
Di fulgida luce vestito, riusci nel tempo ansioso
A vincer la sfida e prono a.lei ,promise virtude!
E nell’attimo dell’incantesimo nacque lo novo giorno,destandomi dal sogno!
Sezione A – Accetto il regolamento
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Mario Luconi
sezione B (è il testo di una mia canzone)
Accetto il regolamento
COME DISCOLI CHE BRUCIANO FORMICHE
Giocate come discoli
che bruciano formiche,
monelli che non hanno maturato
la coscienza del dolore degli altri.
Dite, cosa vi guida?
È solo presunzione o vanità
che vi spinge a poggiare il dito
su questa o quella vittima là?
La sensazione di sentirvi dei,
il potere di giudicare
senza render conto a nessuno,
senza errori da giustificare?
Oppure c’è un disegno?
uno schema da portare avanti?
Qualcuno da proteggere
cui dover pagare il conto?
Perché il vostro non fu uno sbaglio.
Lo sbaglio implica ci sia onestà
Non si può dire che fu un abbaglio.
Fu un disegno freddo senza pietà.
Il sacrificio non è servito:
voi non pagherete,
voi non pagate mai,
non pagherete mai.
Ma arriverà quel giorno
e il rimorso vi colpirà
come un gancio sulla tempia,
come un treno vi travolgerà.
Pervaderà la vostra carne,
come marea di putrescenza,
larve che mangiano la morte
depositate da mosconi blu.
E ve lo porterete nella tomba
nella fossa assieme a voi,
come un cancro aggrappato stretto
prigionieri per l’eternità.
Perché il vostro non fu uno sbaglio.
Lo sbaglio implica ci sia onestà
Non si può dire che fu un abbaglio.
Fu un disegno freddo senza pietà.
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Sezione B
Autore: Cristina Biolcati
Accetto il regolamento
Il figlio del vento
Avrebbe i tuoi occhi
e saprebbe di sole.
In ogni momento
riderebbe del mondo,
e spenderebbe aquiloni
a inseguire il suo tempo.
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Autore : Daniela Gintoli
Sezione A – accetto il regolamento – Marzo 2017
Titolo : GIOIA
Nuvole nere,
cariche di pioggia,
basse
sul mare pumbleo
che spazza furioso
l’onda
sullo scoglio nero.
La mimosa
tradita
da fugaci giorni di primavera
sperde ora nel vento
il giallo delle sue fronde fiorite.
Improvviso il vento si posa
e una saetta,
fra cielo e mare,
da inizio alle danze.
Grossi goccioloni
si impattano
sui tetti rossi delle case,
sulle auto nella via,
sui fiori di ginestra.
E la gioia è
il tazzone di the
fumante fra le mani
e tu
che mi tieni stretta
dietro i vetri
chiusi della finestra
e mi sfiori il collo
con le tue labbra umide
mentre fuori fluiscono
i primi rigagnoli
di pioggia.
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sezione B accetto il regolamento
SCIE D’IMPONDERABILE
Proverò ad avvolgere
il disturbo delle emozioni
nei segni sulla pelle
che nessuno potrà imbrogliare.
Proverò a tenere conto
delle paure vinte nell’abisso
e a farne tesoro
per un’altra sfida agli errori.
Proverò a tenere la maschera
mascherando gli strappi
alla coscienza,
giocando a nascondino
con la vita e la morte,
restando fino
all’imprevedibile sorte,
sospirando meno
se lotterò al tuo fianco.
Proverò a giocarmi ai dadi
dubbi e realtà
vincendo mani nel domani
d’un futuro denso d’inganni.
Me ne andrò un attimo dopo
in un abito di seta nera
lasciando “scie d’imponderabile”
in questo truccato casinò.
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Sezione A – Accetto il regolamento
Titolo: Canto alla pioggia
Vidi la pioggia sul mio parabrezza e con essa, la notte non parve più notte, divenendo repentinamente una mattinata cupa di fine estate ma piena di felicità e quell’automobile grigia, triste della mia solitudine, mutò in una alcova tratta da “Mille e una notte”.
Essa era sfarzosa, meravigliosa come vista solo nei rotocalchi del lusso più sfrenato.
Al di fuori vi erano dei passerotti che beccavano in cerca di cibo, al pari del mio cuore che, nell’interno, bramoso, non si saziava mai dell’amore unico ed infinito.
All’improvviso la pioggia, come uno sipario strappato dal vento, si aprì e portò via con sé il mio sogno ad occhi aperti insieme alla strada percorsa dalle ruote umide e nell’immediato, il mare, bello più che mai in quel periodo nella panoramica per Villasimius, divenne ancora più bello da vicino, sino a far sentire il suo fresco sul mio corpo. In un attimo lo penetrò arrivando al profondo della mia anima e grazie ad essa sostituì il sangue; anzi la vita stessa, in una eterea ed eterna follia per l’amore perduto!
Solo poco dopo, nel vedere il mio corpo galleggiare a ridosso degli scogli, capì d’esser morto e quella corsa tra i tornanti per sfogare il mio dolore, fu soltanto una sinuosa immensa chiave di violino con cui iniziare a suonare la mia ultima canzone ed infine……. svanire in una lacrima diluita nel mare!
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sezione B – Accetto il regolamento
Titolo: Un Tango suona
Un Tango suona,
empie le strade assolate
delle sue malinconiche note,
s’inoltra nelle finestre socchiuse
portando con se passioni di lidi lontani
mentre le ombre dei passanti sembrano staccarsi,
prender vita e ballare al ritmo del loro cuore
tra i raggi delicati e caldi del sole,
divenire immagini piacevoli
su cui comporre
e desiderare.
Un Tango suona,
empie l’aria d’un sentimento
forte ed intenso quanto l’amore stesso,
un sentimento che sa impedire al tempo di correre
in questo incantevole mattino estivo,
illuminato dal ricordo
del suo gaio
volto.
Un Tango suona,
empie la mia anima di letizia,
al pari del batter d’ali d’una farfalla
nel lasciarsi andare al vento
e danzare sensuale
come lei.
Un Tango suona.
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Esodo epocale.
Sez.B
Sopra carrette del mare, imbarcati,
uomini, donne, anziani e bambini,
nella traversata della speranza,
sperano in un futuro migliore.
Come bestiame, vengono ammassati
da esseri senza pietà, ne’ compassione,
che lucrano sulla pelle della disperazione.
Di esseri umani è un esodo epocale.
Nei loro occhi, sgomento e paura.
Fuggono dalla guerra e dalle sue atrocità,
portandone i segni sul corpo e nell’anima.
Ammucchiati, in una traversata infinita,
navigano contro le insidie del tempo.
L’altra sponda sperano di toccare,
per non ritrovarsi negli abissi del mare.
© Vincenzo Cantatore “Airone”
Accetto il regolamento
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Di buon mattino salutare soleva in da lo tempo suo!
Mentre ardir col bianco cavallo ,andava ai pie’ del
Paese la gente che sovente
Incontrare fortuna avia!
E di un sorriso e una mano alta lo benvenuto al novo giorno esprimeva!
E in da la groppa lo destriero
Suo a salutar lo sole ardente
Che augurar volia lo di’ festoso, donde le campane riunir voliano la santa gente
Ad ascoltar la parola !
E librar in cielo osservar vidi
Meco una bianca colomba
Rotear contenta de lo saluto
Avuto!
Accetto il regolamento. Sezione B
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Cieli tersi
Vedo cieli tersi
e odo cinguettare;
la magica stagione
non reca più timore.
Trovo, dop’i trenta
la natura de l’incanto,
de’ bambini ‘l garbo
e la nott’è ben-venuta
chè l’accolgo con piacere,
e bene-vola divenuta, ora vola-bene.
Tutt’intorno le colgo,
piuchemmai le perle
e rivivo splendendo,
fintanto s’è spento
l’intenso, bagliore
succhiato nel denso
clamore, di lei
ch’ancora non coglie
l’avvenenza che l’avvolge.
SEZIONE B
Accetto il Regolamento.
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Vibrato
ah mi sono innamorata, le mie mani si arrotolano nella lava e nella dolomite
le palme delle mie mani crescono/alberi di acque di luna/
affinché attingo il cielo scolpito o la corona del mondo
il sale del mare scivola come un serpente imperiale
dai nostri corpi in una vibrazione immateriale
scende la sera con ricci e meduse calcinati
le nostre anime respirano sotto le acque aspre scolorite
ossa di fumo/ i secondi scorrono in silenzi azzurri
l’amore ha raggiunto l’orsa minore con un solo occhio magico
il timpano dello sterno suona arancione di luce
vedrò il vapore della foresta, anime, nevicata di verbena?
l’amore si trasforma in un condor in volo sopra Caraiman
ah, mi sono innamorata, i miei mondi sono giunti alla riva
Sezione B
Autore: Angi Melania Cristea
Acceto il regolamento
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Molecole sensuali
Sezione B
Molecole sensuali
sul ventre tuo odoroso
girano vorticose
per arrivare a me.
Ventri che si contorcono
nell’ora dell’amore
quando il sole sorge
e vivo dentro te.
Anime che insieme pulsano
ed urlano di gioia,
come aquiloni liberi
che volano nel cielo.
Tu che mi dai sostanza
io che ti rubo essenze,
nel gioco della vita
regole non ne ho.
Se fossimo da soli,
su questo pianeta arcano,
ti porterei lontana verso emisferi ignoti
dove vivremmo sempre
passioni e voluttà.
Accetto il regolamento
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rimembro amor mio,
i tempi in cui ci siamo amati,
il primo bacio,
che t’ho strappato,
quando il cor tuo piangeva,
le notti buie e vuote,
quando litigavamo,
le gioie e i dolori,
superati insieme.
Volevo sposarti,
renderti la mia regina,
tra le dolci note di un pianoforte,
accarezzarti mentre già dormivi,
sei andata via,
volata tra le braccia di Dio,
nemmeno il tempo di dirci addio,
or è il cuor mio che piange,
ma più nessun,
asciugherà le sue lacrime d’amor.
Sezione B Accetto il regolamento
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Sezione B
“Meteoropatica?”
Vorrei citare
il mio sconforto
per diffamazione,
però
so già
che perderei la causa.
Autore: Donatella Sarchini
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Sez.A
24 luglio 1656 ora 12:36
Seduto sulla scogliera dei ricordi che ancora non avevo, lo ammiravo mentre nell’aria umida del non tempo volava libertà.
Potevo spostare l’orizzonte con un cenno,
in quell’inafferrabile manciata di secoli.
Potevo tenere il mondo sulla punta dell’ indice, perdendomi nel vortice di tutti i giorni, passati, presenti e futuri.
Potevo sentire la pelle di ogni essere vivente, poggiare il suo calore sulla pelle che un giorno avrei avuto anch’io.
Perdermi, cercando un rifugio, e dormire sulle pendici delle tue labbra, aspettando l’ alba del nostro primo “Ti amo”.
Potevo tutto.
Eppure non potevo staccare gli occhi dal suo volo.
Non potevo non goderne l’inafferrabilità.
L’ indecifrabile semplicità delle sue traiettorie.
Su a carezzar le nuvole, poi giù, in picchiata, a baciar le onde.
Poteva fermarsi a mezz’altezza, rimanere qualche secondo sospeso, leggero, per poi scendere in picchiata come se il suo fosse il peso di mille corpi, oppure toccare ancora le nuvole come se pesasse un milione di anime.
Per un secondo durato millenni l’osservai.
Fino a quando non più gli bastò baciare
l’ increspatura soffiata dal vento.
E dopo l’ultima, definitiva chiusa d’ali si tuffò.
Sparendo fra la schiuma e gli spruzzi.
Era il 24 luglio 1656.
12:36.
Fu il momento in cui nacqui,
ed un corpo si fece galera.
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Il sole non trema
dinanzi al risveglio di un nuovo mattino,
la luna si accende la sera
donando luce al cammino,
il giorno chiama
accecato dalla paura,
la notte ama
posando i suoi petali scuri sulla natura,
il mare sveglia la pace
rinfrescando la sabbia cocente,
la strada assume una sembianza vivace
tenendo in vita la passione morente,
il suono ascolta
tormentato dal rancore,
il silenzio lotta
senza alcuna paura del rumore,
l’amore regna
col sereno dei temporali,
il cuore disegna
orizzonti che non saranno reali,
la vita scorre
in mezzo a infinite immagini veloci,
la morte corre
lasciando solo l’amore delle nostre voci.
Sezione B Accetto il regolamento
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Sez. A
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Lycalìone
(estratto da un monologo)
adoro l’acqua che si mischia alla terra, impastare il fango con le mani, sentire la materia ruvida fra le dita, darne forma, una qualunque, perché una forma qualunque può in ogni momento avere ragione d’esistere e la sua anima sarà l’amore con cui gli abbiamo donato la vita… amavo averti tra le braccia e non che ti dessi io la vita, ma la sentivo scorrere dentro di te, mi piaceva l’effetto che recava al mio sangue: agitazione, ebollizione, tensione, erezione, esplosione, insomma ….vita.
adoro l’aria che si insinua tra le fiamme ed il fuoco si innalza prepotente crepitando minaccioso; sai cosa mi sembra?
Un albero danzante che agita i rami accesi con fare spettrale o forse lo è per me che non so vederlo diversamente ma di certo ci saranno altre prospettive… amavo le forme delle nostre danze orizzontali, c’era una trasfusione di vita, una sorta di simbiosi e non so se te ne sei mai accorta, adoro il raggio di luce che penetra attraverso la spaccatura a forma di occhio di una vecchia porta consunta dai tarli e dentro il buio non è più; una strada di luce lo fende e lo divide da sé stesso;
non ricordo un punto di buio che abbia mai vinto la luce, è un fenomeno che non riusciamo a comprendere, al quale non diamo molta importanza…
ora dove porti i capelli d’oro?
Mannaggia al mio olfatto, ne sento ancora l’odore…
Nunzio Cartalemi
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Sezione B
sentimento universale si scioglie come sale
o si cristalizza sulla spiaggia bagnata dal mare
le conchiglie raccontano favole
e tu non stai più ad ascoltare
lo scricchiolio della Luna che sale
il crepitio stellare
e quei vagabondi che vogano nello spazio
appesi su fiumi di specchi
che riflettono i tuoi occhi
mentre piovono libellule e farfalle dalle ali blu
squarcerei questo petto per cercarti
almeno tentare di raggiungerti
lì
lì dove tu hai osato scavare
in profondità che credevo impossibili
in un cuore..
sentimento universale svanisce come aria
lassù dove le vette incontrano l’alito di dio
e le eco raccontano storie
che tu non stai più ad ascoltare
i cori notturni delle cicale
il battito d’ali di una crisalide
i granelli di sabbia che formano nuove dune
al vento di maestrale
ricordano le curve di Venere o
……………………le tue.
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Sezione B
“Vi-r-Te”
Morte
Son le memorie
Sepolte di vissuto
Dal figliol cresciuto
Mai prodigo di vittorie
Morte
Son l’effimere scuse
Ch’udiva
Abbracciate a carezze rinchiuse
In gabbie d’assenza
Morte
Son annegate
Nella pece nerastra
Ubriache d’abbondanza
L’innocenti rime
Colme di spine
Vita
È pur Vita
Questo scrosciar
D’applausimmeritati ?
Chiede la cenere
Al mio raccontar dipartite
La Morte
Partorisce Vita
Come i cancelli chiusi
Partoriscono paradisi
Come il cappio al collo
Libera gole silenziate
Vi-r-Te
Sono le regole
Del mio crear
Vita o Morte
Or Virtù
Or Lacuna
Autore: Grigato Michele
Accetto il regolamento
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Sezione B.
La poesivalanga
La poesivalanga travolge
sconvolge,
tritura l’immodesta rifinitura spocchio
versoperfetto del taglio
talmente preciso che è prosa
d’apprettostantio.
E tu invece osa
sconvolgi l’intaglio di Dio
e
che la poesia ti bruci la carne
ti divori la mente già rosa,
insulti l’afflato comune
del niente riscritto in ginocchio,
in piedi! Reietto,
occhio proscritto tu sia
alla bellezza,
tu mettila in croce,
recidile i nervi col taglio
fa che tutto conservi
l’atroce differenza del maglio
antimorte.
Io aspetto un barbaglio
che biluca dal nero la sorte.
Autore: Mary Blindflowers©.
Accetto il regolamento.
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Non ci aspettiamo più
nel torpore della notte,
perduti tra stelle distratte,
frammenti di universo,
briciole cadute e spazzate via.
Stelle sospirate e malinconiche,
di un amore cieco,
note armoniche e stonate
di un giorno qualsiasi
fatto di noi.
Anime daltoniche,
colori confusi e distratti
che non si riconoscono più,
o che forse,
non si sono mai veramente conosciuti…
Autore: Antonello Vanni
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Sez B.
L’amore di un gatto
L’amore di un gatto è semplice:
basta accarezzarlo sulla testa,
basta ascoltare le sue fusa,
basta tenerlo sulle ginocchia.
È la cosa più semplice che esista.
Il mondo invece è complicato,
le persone sono complicate:
oggi ti sono amiche, domani ti tradiscono.
Se non ti cercano, forse è per orgoglio.
Se ti cercano, forse è per interesse.
Una volta avevo un gatto
e in qualche modo lui aveva me.
Tornato dall’ennesima porta in faccia
lo trovai sul divano, acciambellato:
mi sedetti e lo presi in collo.
L’amore di un gatto è semplice:
basta accarezzarlo sulla testa,
basta guardarlo negli occhi
e trovarvi un grande mistero.
Un mistero semplice.
Autore: Massimo Acciai Baggiani
Accetto il regolamento.
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LA GUERRA INDEFINITA
Il mondo è stato invaso
dal popolo dei Tutti,
nessuno se ne è accorto:
noi siamo tutti Tutti.
I Tutti hanno strappato
la libertà a ciascuno,
i Tutti hanno il potere,
è tutto in mano a loro,
ma basterebbe poco
per fare resistenza,
in tutto quasi niente,
un solo dissidente.
I Tutti meno uno
non sono ancora Tutti,
non sanno più chi sono,
diffidano di tutti,
I Tutti meno uno
non sono più compatti,
ognuno gioca a parte,
può essere sconfitto.
Sezione B
Accetto il regolamento.
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